Sinistra in pezzi. Anche Prodi sferza Conte: «Occorre un governo con alte ambizioni»
«Quello che dico non ha nulla di strumentale». Romano Prodi vuole stroncare sul nascere qualsiasi retropensiero su eventuali ambizioni quirinalesche. Se ricaccia come uno spettro terrificante l’ipotesi di nuove elezioni non lo fa perché sogna di ascendere al Colle con questo Parlamento, ma perché «siamo di fronte a un’emergenza». E l’Italia «non può permettersi di perdere altri mesi per una campagna elettorale». Sono tinte più che fosche quelle che l’ex premier usa nell’intervista a Repubblica per dipingere la situazione interna. «L’Italia in questo momento fa paura all’Europa. Se fallisce per noi è una catastrofe», avverte il Professore. E questo, spiega, per una ragione molto semplice: «È intorno a noi, che riceviamo la somma più grande, è costruito l’intero progetto di ripresa e di solidarietà europea».
Così Prodi a Repubblica
L’Italia, dunque, grande malata della Ue, ma anche insostituibile molla in grado di farne scattare lo spirito di resilienza. «C’è la necessità assoluta di un governo che prepari un programma nuovo», aggiunge Prodi richiamando il Next Generation Eu. Ma senza un governo forte e coeso rischiamo di perdere il treno. E altri «non ne passeranno». «Nessuno ce lo perdonerebbe e l’Europa non capirebbe», aggiunge. Ragioni di vicinanza politica trattengono l’ex-presidente della Commissione Ue dall’essere esplicito nei confronti della ex-maggioranza. L’accusa è velata, ma c’è: «Il Paese – dice – ha bisogno di risposte. E ne ha bisogno in fretta». E dire che ne avrebbe anche tante a disposizione: i 209 miliardi del Recovery Plan.
«Il Recovery? Un treno che non passerà più»
Siamo in uno di quei momenti – incalza Prodi – in cui chi governa deve semplificare gli obiettivi e parlare come si parla nelle grandi crisi. Guerra sì o no? Piano Marshall sì o no?». Ci vorrebbe un Churchill. Ma è difficile immaginare Conte nei panni dello statista britannico andare in Parlamento e rappresentare la situazione in tutta la sua drammaticità. «La ripresa dipende solo da due cose – prosegue Prodi -: dal vaccino e da un grande piano che punti sulla crescita. Serve un’iniezione di fiducia». Infine, uno sprone a Conte: «Non so se raccoglierà attorno a sé i voti necessari. Sono però consapevole che più alta e condivisa è l’ambizione di un governo, più aumentano le possibilità di successo». Guarda caso, proprio come aveva chiesto Matteo Renzi aprendo la crisi più pazza di sempre.