Scuola, i licei romani in sciopero: «Fanno propaganda sulla nostra pelle. Provvedimenti contraddittori»

8 Gen 2021 13:21 - di Fortunata Cerri
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Scuola ancora una volta nella bufera. Gli studenti dei licei della Capitale proclamano lo sciopero per lunedì 11 gennaio, giorno in cui sarebbe previsto il ritorno in presenza. I licei Tasso, Righi, Virgilio, Socrate, Mamiani, Kant, Giulio Cesare, Aristotele protestano contro le nuove norme.

La protesta contro il rientro a scuola

«Dall’11 gennaio – scrivono in un lungo comunicato gli studenti del Tasso – sciopereremo insieme ad altri istituti della Capitale contro politiche che sviliscono l’immenso valore della scuola ed impediscono ogni confronto. Riducendo questa a mero strumento di propaganda. Indignati da tale strumentalizzazione politica ci rendiamo conto di dover dare una risposta altrettanto politica, quale lo sciopero». Per «risvegliare alla memoria dei politici il valore dell’educazione scolastica e l’insanabile danno che può procurare alla vita di un ragazzo l’assenza o la mala gestione di questa». E aggiungono: «Vogliamo tornare a scuola. Non in classe».

Gli studenti del Tasso: «Il vero virus è la mala gestione»

«Il vero virus nelle scuole è la mala gestione – si legge nella comunicazione – Virus che già in questi anni di tagli all’istruzione ha serpeggiato silenziosamente nelle scuole italiane di ogni ordine e grado ma che, col sopraggiungere della pandemia, si è manifestato mettendo in risalto fratture profondissime. Un virus che ha contaminato, roso dall’interno l’istruzione e il valore sociale e umano della scuola, ora svuotata di ogni senso educativo, dell’idea stessa che ne è alla base, del suo essere priorità e fondamento di un paese e di un popolo che intendano sviluppare un pensiero critico e dunque libero».

Misure rigide a scuola e assenti all’esterno

«A settembre – prosegue il comunicato – vittime ancora di una visione miope delle istituzioni, noi studenti siamo tornati a scuola con misure rigide all’interno dell’edificio. Ma totalmente assenti all’esterno di esso. Ad un inquietante, ma giustificato, ordine interno, corrispondeva un inquietante, ingiustificato, disordine esterno. Sui mezzi, nei bar, nei luoghi di lavoro. Ciò ha contribuito all’innalzamento della curva dei contagi, che, a ottobre, nonostante i sacrifici della comunità scolastica, ha imposto il passaggio in DaD al 100%».

La rabbia di studenti e professori

«Non appare forse folle che siano tollerate lunghe file nelle maggiori vie commerciali e non la presenza degli studenti nelle sedi della formazione della morale civica?», domandano gli studenti. «Non appare forse folle che l’istruzione dei giovani sia sacrificata a una logica del profitto? Come meravigliarsi allora della rabbia e dell’esasperazione che oggi animano noi studenti, i nostri professori e tutti coloro che con noi orbitano attorno alla scuola?».

No alla scuola fino alle 17

«Il Collettivo politico del Tasso – raccontano – si è riunito il 2 gennaio 2021 in risposta al piano di riapertura emanato dalla Prefettura di Roma in data 24 dicembre e ha scelto di opporsi a una “scuola” che si protrae per sette ore al giorno (fino alle 17). Una “scuola” che ci priva del tempo necessario per studiare e svolgere attività di ogni genere, essenziali a rendere varia la giornata e la vita di uno studente. Il sistema dei mezzi pubblici non è pronto a supportare il trasporto dell’utenza scolastica. E inoltre le scuole non sono attrezzate per garantire il consumo di un pasto senza l’esposizione ad un eventuale contagio».

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