Saviano spara sui giornalisti. «Mi hanno isolato, false le accuse sui soldi e sull’attico a Manhattan»

2 Gen 2021 10:45 - di Marta Lima
roberto saviano

“L’accusa più infamante? Dire che ho fatto i soldi sputtanando Napoli. Fa il paio con l’altra cazzata dell’attico a New York”. Roberto Saviano spara a zero su tutti (tranne che sul governo Conte, visto che è ospite dell’house organ di Conte) in un’intervista sul Fatto Quotidiano, in cui parla del suo ultimo libro, ‘Gridalo‘. “Quel ragazzo fuori dal liceo, col poster di Majakovskij in camera e la locandina del Camorrista in bella vista, era convinto che la dinamica tra bene e male, tra mondo sano e corruzione fosse chiara. Non è stato così. Se dovessi incontrare quel ragazzo oggi, cosa gli direi? Qui nasce il libro”. E parte lo spottone al suo nuovo lavoro, a suon di vittimismo e strali contro chiunque non gli riconosca il ruolo di paladino della libertà.

Saviano e le campagne di delegittimazione

“Ho un grande senso di colpa verso i miei familiari -dice Saviano- Non solo per la paura per l’incolumità fisica. Ci sono gli attacchi, la delegittimazione, la ridicolizzazione perenne che devono subire. Come la revoca della cittadinanza onoraria veronese a Goebbels, a cui dedico un capitolo, è stato il primo teorico della propaganda di questo tipo: mai parlare del tema del tuo nemico/avversario, parla sempre del tuo nemico/avversario. Con Salvini al governo, l’ho vissuto in modo maniacale. Ero un bersaglio continuo”.

I giornalisti sono i suoi nuovi nemici. “Per il mio discorso sulle ong, hanno picchiato così forte che diversi colleghi dicevano: ‘Io parlo con i miei film’, ‘Parlano le mie canzoni’ Così risponde chi ha paura a opporsi. È una codardia legittima. E per certi versi la invidio, hai una vita più facile. Prendendo parte perdi lettori, e serenità”. Nell’intervista, c’è spazio per la più grande delusione. “Due mesi fa ero in tribunale a Roma, per le minacce del boss dei Casalesi Bidognetti e dell’avvocato Michele Santonastaso. C’era Beppe Giulietti, ma nessun collega o amico. Non mi lamento, però dici: ‘Wow, l’aula è vuota’. È la delusione dei prossimi, di chi senti più vicino”, dice Saviano.

I soldi fatti con “Gomorra” e l’attico a Manhattan

Saviano si sente un perseguitato. La delegittimazione è una macchina mortale, di cui si nutre soprattutto il giornalismo: non si vende più, il lettore cerca sensazione, nulla è meglio del gossip. Quando i giornali diventano poi la bacheca di Facebook che riporta solo la tua bolla, muore tutto. Sei schiavo dell’algoritmo. L’accusa più infamante? Forse il dire che ho fatto i soldi sputtanando Napoli Fa il paio con l’altra cazzata dell’attico a Manhattan. Mi riecheggia Solenicyn: ‘Quando la democrazia in un Paese ha problemi, l’opposizione la fanno gli scrittori’. Era già successo con Berlusconi. Salvini non ha fatto altro che scegliersi l’opposizione più ‘dinamica’. Non pare gli sia andata bene”.

Nessuna accusa al governo, per non dispiacere il padrone di casa, Marco Travaglio, ma tante critiche all’opposizione: “Il grandissimo errore populista è stato quest’ estate: hanno urlato al regime sanitario, millantando che sul virus si stesse esagerando, che la mascherina fosse inutile. Hanno perso credibilità: hanno sbagliato tutto”.

I silenzi sul premier Conte per non irritare Travaglio

Su Conte niente, neanche una parolina critica. E pensare che solo un mese fa, diceva, testualmente: “Conte pagherà la sua mala gestione, questo governo sarà marchiato a fuoco per sempre. È stata una gestione terrificante. In tutti i Paesi c’è una crisi profondissima ma la dinamica che sta subendo l’Italia è particolare: questo governo ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Hanno delegato alle Regioni ma perché hanno concesso loro di sbagliare così? Il governo pagherà quando usciranno tutti i numeri delle persone che non sono state assistite”.

Ma eravamo sulla Sette, non sul Fatto Quotidiano. L’eroe che definì “bastardi” Salvini  e Meloni s’è preso un turno di riposo rispetto all’intervista che potete vedere qui sotto…

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