Santanchè: “Nascerà il governo Conte la qualunque”. Rauti: “Siamo all’accanimento terapeutico”
Un governo “Conte La Qualunque”, il premier è “uno, nessuno centomila, cambia le maggioranza con la facilità con cui cambia la sua famosa pochette. Per rimanere su quella poltrona dove ancora siede”. E’ un attacco ad alzo zero, anche se alleggerito dall’ironia, quello di Daniela Santanchè in aula al Senato. Dove è in corso il dibattito sulla fiducia al presidente del Consiglio azzoppato da Matteo Renzi.
Santanché: “Nascerà un Conte la Qualunque”
“Raccoglieranno qualsiasi cosa”, incalza la Santanchè. “Certamente la maggioranza assoluta, in questo palazzo, non l’avranno. E mi auguro che oggi molti senatori abbiano un sussulto di dignità. Che, nella notte, non si siano fatti comprare politicamente”, dice entrando in aula. Al contrario del trasformismo, il calciomercato, di queste ore il centrodestra ha dimostrato di essere coerente in tutte le votazioni. “Certamente Fratelli d’Italia non è mai stato né con un governo da una parte né con un governo dall’altra. Il dramma oggi è che, comunque vada, nasca il Conte La Qualunque, ancora più debole. E chi pagano il conto sono gli italiani”. Il premier non ha a cuore l’interesse degli italiani – conclude la senatrice – “il suo interesse è non abbandonare quello che dalle mie parti si chiama la cadrega”.
Rauti: Professore, lei doveva dimettersi immediatamente
Non meno tranchant l’intervento di Isabella Rauti. “Professor Conte – incalza la senatrice di Fratelli d’Italia – per un mese l’Italia è stata ostaggio dei vostri litigi. Fino allo strappo di giovedì. Lei avrebbe dovuto rassegnare subito le dimissioni. Ripeto – incalza la senatrice di Fratelli d’Italia – subito“.
“Si è dato da sé il mandato esplorativo. Vergogna”
Lei – prosegue – si è dato da sé una sorta di mandato esplorativo. “Per provare a trovare i numeri che la puntellassero appellandosi a una maggioranza non politica. Ma minimamente matematica, se l’avrà”. E ancora: “Io non scomoderei la parola trasformismo in questo caso. Lascerei stare un pezzo di storia parlamentare”, osserva polemicamente la senatrice Rauti. “Parlerei piuttosto di un accanimento terapeutico e di un bisogno prevalente di mantenere in piedi se stesso e un suo governo. Come dimostra anche l’ultimo dpcm del 14 gennaio. Che rappresenta il colpo di grazia per alcune categorie”. La parlamentare di Fratelli d’Italia conclude lanciando un duro attacco al premier, che con fare autoritario ha dato il via a nuove misure restrittive, questa volta non esaltate pubblicamente come in passato. “Lei non ha usato le sue dirette compulsive per farci capire se il 2021 sarà l’anno del ritorno alla normalità, delle libertà personali. E neppure per spiegarci quella proroga dello stato di emergenza fino al 30 aprile. Non lo ha fatto. Perché era troppo impegnato a fare la conta di Palazzo”.