Sanremo, Amadeus insiste sul pubblico in sala. Speranza si mette di traverso. Il caso Ibrahimovic
Sanremo, Amadeus tira dritto sul pubblico in sala. Speranza, però, si mette di traverso e insiste replicando con un secco no. E intanto scoppia il “caso Ibrahimovic“… Sul Festival incombono non poche grane da risolvere. E non solo per il Covid. Al momento, però il suo direttore artistico e conduttore sembra impegnato soprattutto a combattere contro le restrizioni e le chiusure del governo uscente. Così, nel forzare la mano e spegnere al tempo stesso i toni, Amadeus nell’annunciare in varie interviste e dichiarazioni social, la sua ricetta per il menù festivaliero, esordisce con un presupposto che suona davvero come un ultimatum: «Sanremo non deve essere colpito».
Sanremo, Amadeus tira dritto sul pubblico
Del resto, spiega il conduttore per la seconda volta al timone del Festival, «l’obiettivo da colpire non deve essere il festival. Mi dispiace che chi fa questo lavoro debba colpirci». Poi, invocando una sorta di pax augustea aggiunge: «Da sempre sono per l’apertura dei teatri e dei cinema». Ma queste frasi rilasciate dal conduttore in un’intervista a La Stampa, per quanto di sicuro effetto e peso, non placano le polemiche. Recriminazioni che da giorni vedono esponenti del mondo culturale contrapporre la realizzazione dell’agone ligure con la mancata apertura di teatri e cinema. Non solo.
Riunendo ecumenicamente le questioni in sospeso e quelle già approvate, Amadeus sottolinea come: «All’estero ci sono sale che hanno aperto con grande attenzione per i protocolli. Ho un grande dispiacere che il nostro ambiente sia fermo e spero che si riaccenda al più presto». Quindi, ri-centrando l’asse del discorso sul Festival, prosegue parlando della vexata questio pubblico in sala sì. Pubblico in sala no. E portando acqua al suo mulino, rileva: «Che Sanremo abbia 380 persone in platea è uno sforzo immane. Vede, io faccio I soliti ignoti con i figuranti: ed è importantissimo che ci siano. Sanremo non deve essere colpito. Se non ci sono persone in platea non faccio un favore allo spettacolo. Ma un danno. Il festival sarà un grande faro che illuminerà un settore e provoca sofferenza che si lotti fra di noi. Se si aspetta Sanremo per colpire, allora vuol dire che in quel momento si sta facendo del male a tutti: cinema, teatro, musica». Eppure, a fronte dell’ok alla kermesse incassata dagli addetti ai lavori, sale il malcontento degli ambienti limitrofi, penalizzati da troppo ormai. Una diversità di situazioni che Amadeus, ringraziando per l’apertura di credito ottenuta, ha commentato anche parlando di «un segnale importante».
Sanremo, Amadeus: «Sarà un festival “storico”»…
Uno slancio verso la fiducia che, a giudicare dalle parole del prossimo direttore artistico, la kermesse ripagherà con un’edizione all’altezza del festival. Perché, evidenzia Amadeus, «noi tutti: Rai. Discografia. Addetti ai lavori, siamo insieme perché sarà un festival storico. La gente per strada mi chiede: “Ce la facciamo a fare Sanremo?”. “Non farete Sanremo?”. Il pubblico ha bisogno del festival. Di alleggerire. E pensare ad altro. Con tutti i protocolli possibili». E così, in merito alle misure anti-Covid, il conduttore spiega: «La gente a casa vedrà uno spettacolo che sembrerà il più simile a quello degli altri anni. Ma che, dietro le quinte, sarà organizzato con metodi chirurgici». Tutti avvertiti, dunque. Comprese le 10 donne che, come anticipato da Amadeus, saranno al suo fianco sul palco dell’Ariston: alcune per una sera, altre per tutta la settimana. A cominciare da Naomi Campbell, che aprirà il festival di Sanremo numero 71.
Sanremo: Speranza: pubblico in sala? Resta un secco no
Dall’altra parte della barricata però, il ministro Speranza non sembra voler concedere più di un sì. E così, a quanto apprende l’Adnkronos, avrebbe chiesto al Comitato tecnico scientifico di stilare dei protocolli di sicurezza per gli artisti al Festival di Sanremo. Ribadendo, al tempo stesso, un secco “no” al pubblico in sala. Speranza, dunque, avrebbe inviato una lettera al coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, dopo le richieste ricevute dalle associazioni del comparto discografico, chiedendo la messa a punto di un protocollo sanitario ben definito per gli artisti sul palco e dietro le quinte. Non solo. Nella missiva il ministro chiederebbe che queste indicazioni vengano fornite «in tempo utile».
Le indicazioni di Speranza. La replica della Rai
Sottolineando, contemporaneamente, che per quanto concerne gli spettacoli che si svolgono in sale teatrali come il Festival, restano vigenti le disposizioni previste dall’ultimo Dpcm. Ossia, quelle che consentono lo svolgimento degli spettacoli in assenza di pubblico. Non è escluso che la vicenda della lettera possa essere arrivata sul tavolo della Rai. Dove, in realtà, già nei scorsi i vertici di viale Mazzini avevano chiarito che al Festival non ci sarebbe stato pubblico pagante. Ma che l’Ariston sarebbe stato trasformato in studio televisivo. Con una platea formata da coppie di figuranti conviventi. Contrattualizzati e, quindi, parte integrante dello spettacolo.
Sanremo, Coletta (Rai1): «Il Festival avrà protocollo di sicurezza come ogni evento tv»
Del resto, il direttore di Rai1 Stefano Coletta, riguardo il protocollo sanitario e le modalità di realizzazione del Festival di Sanremo, ancora oggi ha ricordato che: «Sanremo è il “continuum” fisiologico di tutto l’intrattenimento che siamo stati capaci di realizzare quest’anno nonostante la pandemia». E che «il Festival è in linea con tutto quanto Rai1 ha realizzato quest’anno. Sarà un programma televisivo. Seriale, ma condensato in cinque serate. Con protocolli di sicurezza che abbiamo utilizzato per tutti gli altri programmi».