Renzi tende la corda, ma non la spezza: «Da noi nessuna pregiudiziale su Conte»

13 Gen 2021 19:31 - di Redazione
Renzi

Cade nel vuoto l’estremo appello di Giuseppe Conte a non aprire la crisi. Le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto, tutti di Italia Viva, si dimettono dal governo. Ad annunciarlo ha provveduto direttamente Matteo Renzi nella conferenza stampa appositamente convocata. La partita vera comincia ora. Il borsino della crisi scommette sul ritorno del premier al Colle, questa volta in veste di dimissionario con buone possibilità di un reincarico finalizzato a verificare la possibilità di riscostituire su nuove basi la vecchia maggioranza. Renzi nega «contatti con il presidente del Consiglio». In ogni caso, la conta al Senato all’ultimo “responsabile” è un’ipotesi che sembra definitivamente tramontata, anche per effetto dell’appello di Grillo all’inciucissimo.

Renzi: «Mai con la destra»

Ma torniamo a Renzi. «A dimettersi – ha scandito davanti alla stampa – ci vuole coraggio e responsabilità. È molto più difficile lasciare una poltrona che aggrapparsi alla tenace difesa dello status quo». La sensazione è che il dramma sia a lieto fine per i giallo-rossi. L’ex-Rottamatore tende la corda, ma senza spezzarla. Neanche prova a far camminare l’antagonista sul filo del rasoio. «Pregiudiziale su Conte? Non abbiamo nessuna pregiudiziale né sui nomi né sulle formule», assicura. E prima che sulle «formule» qualcuno possa almanaccare, puntualizza: «Non daremo mai vita a un governo con quelle forze della destra antieuropeista e sovranista che abbiamo combattuto».

«Fiducia incrollabile in Mattarella»

Il ribaltone, pure evocato in questi giorni, non ci sarà. Basta quello del 2019. La parte della conferenza stampa più gradita ai  5stelle è quella in cui Renzi ha escluso il voto anticipato. «Non ci sono le condizioni in Parlamento. Si vota nel 2023». L’unico passaggio riepilogativo della tensione di queste settimane sta nella rinnova sfida a Conte a cercare “responsabili“. È una partita chiusa, e Renzi lo sa. Ma usa l’argomento per evidenziare la compattezza di Iv al Senato. «Fai pure – dice rivolto al premier -, che ci sia qualcuno dei nostri senatori non mi pare». Infine, a suggello del lieto fine che verrà, l’omaggio a Mattarella: «Fiducia incrollabile nella sua persona e nel suo ruolo di arbitro».

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