Miozzo (Cts): «Basta improvvisazione. Per il piano vaccinale servono volontari e militari»

31 Gen 2021 12:54 - di Lorenza Mariani
Piano vaccinale militari e volontari

Un piano vaccinale con militari e volontari: è quello che Agostino Miozzo (Cts) indica contro «troppa improvvisazione». E per vincere la guerra al virus. Sulla campagna vaccinale che procede a singhiozzo, tra caos e flop, annunci, ritardi e smentite, Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, non ha dubbi. E lo dice con chiarezza: «Troppa improvvisazione». Servono volontari e soldati… Usiamoli». Una dichiarazione forte che comprende un’altrettanto vigorosa indicazione, che potrebbe offrire una via d’uscita dall’empasse e dalla situazione critica.

Piano vaccinale, Miozzo (Cts): «Servono militari e volontari»

Niente ricerca di scorciatoie o resa a insidiose lungaggini. La exit strategy che l’esperto consulente di governo indica in un’intervista al Corriere della sera è dritta e sgombera da inutili paletti. «Siamo in piena emergenza, ma vedo ancora troppa improvvisazione. A un anno dalla dichiarazione dello stato di emergenza dico che se vogliamo battere questo virus non possiamo permetterci altri errori. Rischiamo di pagarli a caro prezzo». Un’enunciazione che sembra non fare sconti a governo e super-commissario.

Le pecche della politica del governo

E infatti, nella stessa intervista al quotidiano di via Solferino, solo poco più avanti sulle pecche della politica di chi governa, Miozzo ammette: «Molte decisioni della politica centrale e periferica non mi hanno convinto. Penso all’euforia incontrollata dell’estate “liberi tutti”… Oppure alle elezioni di settembre, svolte in coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico. Penso ai clamorosi ritardi nell’affrontare la riorganizzazione della scuola. Per finire con le incredibili decisioni prese da singoli governatori nel totale disprezzo dell’interesse del Paese intero».

Una soluzione pragmatica per ovviare ai ritardi

Un punto di partenza a cui Miozzo fa seguire la proposta di una soluzione pragmatica: «Siamo stati travolti da un tremendo tsunami che ha sconvolto sistemi e strutture spesso non preparati a vivere emergenze così devastanti. L’intera popolazione ha affrontato in maniera straordinaria durissime prove che hanno modificato totalmente le nostre relazioni sociali. Purtroppo questa pandemia ha messo in evidenza le fragilità dei sistemi sociale e sanitario, causate da decenni di abbandono e di scarsi investimenti politici ed economici».

Piano vaccinale: «Usare la Protezione civile e i suoi volontari, militari e forze dell’ordine»

Un vicolo cieco sfociato appunto in una campagna vaccinale rischia di comprometterlo. «Vedo ancora molta improvvisazione e poca preparazione del territorio nell’affrontare la campagna vaccinale», denuncia allora l’esperto dalle colonne del Corriere. Che cosa bisogna fare? «Usare la Protezione civile e i suoi volontari e con le sue migliaia di organizzazioni presenti in modo capillare sul territorio. Che dovranno ovviamente interagire con il sistema sanitario territoriale, i militari, la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza. Soltanto questo sistema ha le risorse e le capacità logistiche e sanitarie per affrontare una campagna di questa dimensione».

«Servono decisioni rapide e efficaci. O perderemo questa guerra»

Dopo la crisi ci sarà un nuovo governo. Vuole indicare quali sono le priorità? Chiede il giornalista del Corriere. E Miozzo risponde puntuale sul punto di ripartenza: «Scegliere i settori da far ripartire. Al di là di chi saranno i componenti mi auguro che si riesca a conservare il collegamento diretto tra il Cts e le strutture operative. In modo da prendere decisioni rapide ed efficaci. Ma la vera priorità è il rigore: se allenteremo il controllo della curva epidemica perderemo questa guerra».

 

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