Minzolini, bordata alla Gruber: “A 8 e mezzo sembra di stare su Marte. Rasenta la parodia”

31 Gen 2021 12:09 - di Giulia Melodia
Minzolini su Gruber

Augusto Minzolini senza se e senza ma, twitta quello molti pensano su Lilli Gruber e la sua conduzione di Otto e mezzo su La7. Quello che pochi hanno l’ardire e l’ardore di mettere nero su bianco. Ma che, sempre più spesso, riassume emblematicamente forma e contenuto della striscia quotidiana affidata alla giornalista. «Vedi Otto e Mezzo e pensi di essere sbarcato su Marte – commenta via social l’editorialista de Il Giornale –. E chi ha paura di volare per avere le stesse sensazioni può prendere la macchina del tempo e tornare a 100 anni fa al tempo dei bolscevichi. Ormai rasenta la parodia»…

Minzolini e il tweet sulla Gruber

Un attacco al cuore del programma. Quello di Minzolini. E all’impostazione della sua conduttrice, che ormai sembra più nemmeno voler provare a dissimulare simpatie e antipatie. Tesi nettamente contro e apertamente pro. Indifferente a quel minimo dovere di ospitalità mediatica che dovrebbe indurre a mimetizzare scelte di campo e a edulcorare dichiarazioni e schiettezza. A partire dagli ospiti del carnet televisivo. Per finire con le domande a loro rivolte. Giorgia Meloni, che le ha tenuto magistralmente testa in un duro faccia a faccia di qualche tempo fa. Ma anche Maria Elena Boschi, uscita malconcia da un recente “agguato”, ne sono la più evidente testimonianza.

Il programma satellite di Pd e 5S e “megafono” di Conte

Netto e lapidario, insomma, il tweet al vetriolo del retroscenista Minzolini. Inequivocabile il riferimento alla linea della trasmissione, sbilanciata a sinistra verso il Pd, il M5s. E, soprattutto, calibrata su Giuseppe Conte, il cui endorsement – garantito sempre e comunque dagli assist in scaletta grazie a Marco Travaglio – più o meno velato, va in diretta tutte le sere. Con buona pace di avversari politici e spettatori dissidenti. Un copione fisso in un programma che sembra improvvisare a soggetto. Come nella puntata di ieri sera dove, se si eccettua l’intervento equilibrato di Simona Sala, direttrice di Rai Radio 1 e del Gr, non sono mancati fendenti e colpi sotto la cintura inferti agli avversari dell’avvocato del popolo.

Ospiti e interventi “calibrati” ad hoc

Come le stilettate partite da Luca Telese all’indirizzo di Matteo Renzi. Descritto e apostrofato a dovere dal giornalista romano che, non a caso scrive Libero in queste ore in un servizio dedicato, nel suo accorato intervento «ha espresso così tanto astio nei confronti di Matteo Renzi da far pensare che abbia un problema personale con lui. «Sembra un fumetto di Topolino. Quando gli chiedono su Conte sì o no, si vedono i pugnali nella sua testa – esordisce Telese – ma intanto dice che i nomi non contano. Stiamo facendo una crisi sui nomi, almeno abbia il coraggio di ammetterlo». Quindi il gran finale, che dalla fumettistica vira sull’epico e sul retorico: «Renzi avrà vinto se Conte non sarà più il premier. Ma avrà perso se sarà costretto a sostenerlo, magari con Conte che riesce a imbarcare altri responsabili che potrebbero divorare Italia Viva». Un piccolo assaggio di come Telese e la Gruber si augurano che la crisi finisca...

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