M5S, tutti contro tutti: Grillo torna, scatena il caos ma teme le urne: invoca un patto tra i partiti
M5S, tutti contro tutti. Grillo torna, scatena il caos, ma teme le urne. E l’ex predicatore anti casta ora invoca «un patto tra i partiti». E l’ultima nemesi del grillismo. Dopo il delirio di ieri, oggi un silenzio tombale cala sul M5S. Gli echi dello strappo di Renzi deflagrano nel Movimento: la mediazione fallita. L’uscita a sorpresa di Grillo che, più che un’apertura a un esecutivo di unità nazionale, tenta l’assist in calcio d’angolo diretto al gruppo dei responsabili, costringe il garante dei pentastellati a specificare in un secondo momento che «è sottointeso che il governo è di Conte» non fa che aumentare dissapori e malumori tra base e vertici grillini.
Caos M5s, Grillo chiede un “patto tra tutti i partiti”
Da Crimi, nel frattempo, a parte qualche sporadica dichiarazione di stupore, tutto tace. Ma nella compagine 5S è caos, con il reggente in pectore “scaduto” alla fine di dicembre, sollecitato dai suoi a brutto muso a battere un colpo: «Abbiamo un capo politico?». Tutto intorno, una bailamme di posizioni che alimentano confusione e dissenso, con un unico riferimento a fare da faro nella notte più buia del Conte bis: dopo lo strappo renziano, il M5S assicurerà la stabilità che serve.
In chat il mantra è anche: “Crimi batta un colpo”
Ancora oggi, dopo la lunga giornata di ieri, come sottolinea oggi il Corriere della sera nel fare il punto in casa 5 stelle, «all’interno del gruppo è il caos. Un caos che oscilla tra il silenzio delle chat e i veleni che tracimano invece in privato». A partire dall’intervento di Grillo, che invece di pacificare e unificare posizioni e stati d’animo, genera sconcerto e mal di pancia nei più. Nelle convulse ore di ieri, la lettera del deputato Giorgio Trizzino postata dal padre nobile del Movimento, rincara la dose dei veleni. Le sue parole, rilanciate da Grillo, esortano a stilare «insieme un patto tra tutti i partiti». Parole che arrivano come una stilettata nel fianco ai vertici del M5S, impegnati in un disperato tentativo di mediazione con Italia Viva.
Una Babele di posizioni e quell’invito al patto tra i partiti che…
Con l’M5s nel caos, quell’invito al patto tra i partiti tradisce, tra le righe, un riferimento al ruolo dei responsabili che viene letto e tradotto come un attacco al premier. Tanto che, come spiegato in apertura, Grillo è costretto a un certo punto a precisare che il perimetro all’interno del quale muoversi è sempre quello presidiato dal premier Conte. Risultato: Trizzino finisce nel mirino del fuoco amico e, come sottolinea sempre il Corriere nel suo servizio, «C’è chi rispolvera le sue posizioni sul Mes (è favorevole), c’è chi in privato domanda: “Quanto conta nel Movimento”?».
M5s, chat surgelate e animi congelati
Via via che passano le ore, le speranze grilline di ricucire lo strappo si fanno sempre più logore. La lacerazione si consuma e rimarginarla diventa sempre più difficile. Fino a quando, con i Cinque stelle paralizzati nell’inazione, arriva la conferma dell’annuncio renziano: le ministre Bonetti e Bellanova sono dimissionarie. I pentastellati provano a serrare i ranghi, ma il pessimismo dilaga. Il capogruppo Davide Crippa blocca sul nascere qualunque tentazione di dichiarazione estemporanea e scomposta e chiede ai suoi tempo utile, pazienza e spazi di confronto, invitando tutti a «misurare i toni». Chat surgelate e animi congelati. E mentre i più tra i 5s monitorano parole e gesti dei responsabili, (l’esordio di nuovi gruppi potrebbe ulteriormente frazionare il M5S) il mantra che riecheggia nelle stanze del Palazzo prova a ribadire una coesione poco tangibile: «Il Movimento è compatto e sta con Conte».
Oggi vertice dello stato maggiore
Rilanciato al vertice da Di Maio che ribadisce: «Massimo supporto al premier». Quindi, tutto si aggiorna un briefing tra i vertici M5S a Palazzo Chigi prima del Consiglio dei ministri e a un vertice dello stato maggiore, in calendario per la mattinata di oggi. Intanto, tra chi condivide l’invito tra i partiti. Chi vede il moloch di Conte premier sgretolarsi. E chi ipotizza una stessa compagine di governo, ma con un cambio al vertice e chi è semplicemente in preda a incertezza e preoccupazione, una sola posizione appare netta e inequivocabile all’orizzonte: quella di Di Battista che, da 48 ore a questa parte, non fa che ripetere: «Mai più con Renzi»...