Lombardia zona rossa, la rabbia di Fontana: «Una punizione che non meritiamo»

15 Gen 2021 14:35 - di Martino Della Costa
Lombardia zona rossa Fontana

La Lombardia zona rossa. Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a Concorezzo, in provincia di Monza e Brianza, per la presentazione del progetto Smarter Italy. Un boccone amaro che il governatore lombardo manda giù a fatica. «Per ora sì», conferma Fontana a chi gli chiede se la Regione entrerà in zona rossa e se «le scuole non riaprono». Un’affermazione sofferta a cui il presidente di Regione aggiunge un commento risentito: «Io sono molto critico. Sono molto cauto nella valutazione dei dati e della situazione. Ma credo che la Lombardia non si meriti il rosso».

Lombardia zona rossa, Fontana attacca il governo: una «punizione immeritata»

Non ha recriminazioni da fare alla cittadinanza regionale da lui amministrata Fontana. Anzi, commentando le misure restrittive, aggiunge che: «Oggettivamente siamo in una fase in cui stiamo migliorando i numeri». Ma, e il “ma” è grande e pesante da quanto si evince dalle parole del governatore, «c’è il rischio che si entri in zona rossa. Credo che sinceramente la zona rossa sia una punizione che la Lombardia non si merita– aggiunge a stretto giro Fontana – perché ha fatto tanti sacrifici in questo periodo. I cittadini si sono comportati molto bene e la zona rossa è estremamente penalizzante».

Appello di Fontana al governo: «Rivedere i parametri per determinare i colori delle regioni»

«C’è qualcosa che non funziona in come vengono fatti i conti e nella determinazione dei parametri», dichiara poi Fontana. Che subito dopo aggiunge: «Secondo me bisogna rivederla». Il presidente di regione non ci sta. E mette in discussione procedure e sentenza, che vedrebbero la Lombardia avviarsi a entrare in zona rossa. Poi prosegue anche spiegando che «queste sono le critiche che ho sostenuto parlando con il ministro Speranza. Il vero problema è che il conteggio dell’Rt è una cosa estremamente opinabile. E poi si riferisce a dati vecchi, e se c’è stata un’evoluzione, di questa non si tiene conto». Parole da cui trapelano indignazione e scontento. Su cui poco può anche la flebile speranza affidata alla risposta del ministro della Salute. Il quale al governatore ha detto che «farà fare ancora dei controlli. E che sentirà in audizione il Comitato tecnico per rivalutare la situazione».

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