L’ex M5S Giarrusso sgancia la bomba contro Bonafede: «Basta, bisogna cambiare ministro»
«Se resto convinto del mio no al governo? Certamente, non c’è nessuna novità, nessun cambio di rotta rispetto ai disastrosi 16 mesi precedenti che hanno visto un arretramento gravissimo della lotta alla mafia. È facile per un Senato così applaudire Borsellino, che non opera più perché morto. Bisogna applaudire quelli che oggi lavorano, che sono scomodi. Non vedo motivi per cambiare la mia posizione». Lo dice a Un Giorno da Pecora su Rai Radio Uno il senatore del Gruppo Misto Mario Giarrusso, ex M5S.
M. Giarrusso ha votato “no” al governo Conte
Giarrusso ha votato votano “no” al governo Conte e nel giorno della fiducia aveva detto chiaramente: «Circolano notizie di una mia apertura a Conte. In realtà, non ho avuto alcun contatto con Conte e che non ho mai manifestato la possibilità di un mio appoggio al governo Conte». E precedentemente era stato ancora più duro: «Io tra i responsabili? Mi pare non ci siano le condizioni, forse si stanno “ammastellando”. Se qualcuno me l’ha proposto? Nessuno del governo…».
L’ex M5S auspica una legislatura di contrasto alle mafie
Ora sempre a Un Giorno da Pecora dice: «Io spero che la legislatura prosegua e che possa essere una legislatura di contrasto alle mafie. Abbiamo un Paese da salvare. Spero ci possa essere un governo che metta al primo posto la tutela delle vittime dell’usura». E metta al centro “il contrasto alle mafie”, ha proseguito Giarrusso.
«Voterò no alla relazione di Bonafede»
E poi ancora. «Mercoledì – ha detto Giarrusso – voterò assolutamente contro la relazione di Bonafede. Non abbiamo tutela nei confronti dei testimoni e dei collaboratori di giustizia. Bisogna cambiare il ministro». L’ex pentastellato si è detto «preoccupato anche dalle posizioni filo-europeiste manifestate dal presidente Conte. Ci sono Paesi dell’Unione europea che vivono del riciclaggio del denaro sporco, come l’Olanda e il Lussemburgo, che poi ci fanno la morale e sono di grandissimo ostacolo alla lotta alla mafia».