In Veneto è allarme per le fughe dalla quarantena. Zaia: «Sono centinaia, mettono a rischio vite»
Non episodi isolati, ma “centinaia e centinaia di casi”. Il Veneto lancia l’allarme sui “positivi in quarantena che si danno alla macchia”. “Danno numeri di telefono sbagliati ai controlli, sono positivi che non rispondono alle telefonate a casa”, ha chiarito Luca Zaia. “Così mettiamo a rischio la vita”, ha ammonito il presidente della Regione, che ora studia con i tecnici una controffensiva a queste fughe dalla quarantena.
L’allarme del Veneto: “C’è la volontà di eludere i controlli”
A illustrarla è stato il direttore della sanità della Regone, Luciano Flor, in un colloquio con il Corriere della Sera. Era stato lui, nel consueto punto con la stampa di ieri, a dare i numeri del fenomeno, spiegando che “si tratta ormai di centinaia di casi nelle ultime settimane“. Un fenomeno quanto mai allarmante, oltre che demoralizzante. “Se neppure davanti allo stop a un servizio primario come la scuola si coglie la gravità del momento che viviamo…”, ha commentato Flor con il Corsera, chiarendo che casi di “scomparsa” di verificano in tutte le province della Regione. “Ora – ha aggiunto – io posso anche capire il caso isolato, quello che non sente il telefono perché è in soffitta o in cantina, ma qui c’è la chiara volontà di eludere l’obbligo di restare a casa e di sottrarsi al controllo del servizio sanitario, col rischio di infettare altre persone”.
Un piano anti fughe contro i furbetti della quarantena
Intervenire, però, non è così semplice, perché il reato e la possibilità di comminare la multa (che va da 500 a 1000 euro) si configurano solo se la persona viene colta sul fatto, ovvero fuori da casa o dal luogo indicato per l’isolamento. Se non risponde al telefono, invece, non si può fare nulla: potrebbe essere impossibilitata a farlo pur non essendo uscita. Come fare, dunque, per tenere davvero sotto controllo i “ristretti”? “Stiamo pensando – ha spiegato Flor – a una collaborazione con i Comuni e le forze dell’ordine, a cui già i Servizi d’igiene trasmettono i nominativi e gli indirizzi degli infetti”. Insomma, vigili urbani o polizia potrebbero presentarsi a casa di chi non risponde al telefono.