Impeachment di Trump, ora i democratici ci ripensano e anche Biden frena. Rischia di essere un boomerang
Rischia di trasformarsi in un un boomerang, in una sconfitta politica per i dem l’eventuale processo di impeachment, il secondo, contro Donald Trump. E, dunque i democratici frenano. E lo stesso successore di Trump, Joe Biden, non sembra aver molta fretta di portare la procedura di impeachment fino in fondo contro il suo avversario politico. Anzi.
Il motivo? Rischia di spaccare a metà gli Usa. E di far apparire Biden tutt’altro che l’uomo giusto per pacificare una Nazione che si sta ancora leccando le ferite dopo il caos del 6 gennaio scorso a Washington.
Il secondo processo di impeachment di Donald Trump sia breve e non intralci troppo l’agenda della nuova amministrazione, manda a dire un cauto e prudente Joe Biden ai democratici del Senato. Che l’8 febbraio si accingono ad iniziare il processo all’ex-presidente accusato di aver istigato l’insurrezione che ha portato all’attacco al Congresso.
Secondo fonti vicine alla Casa Bianca citate da The Hill, il presidente, che non è mai stato entusiasta dell’idea di un processo di impeachment del suo predecessore all’inizio del suo mandato, intende mantenere le distanze dal procedimento.
“Lascerà che sia il Senato a fare quello che deve fare, rispetterà il procedimento” affermano le fonti. Che sottolineano poi come Biden “abbiamo sempre saputo che questa sarebbe stata la posizione dei repubblicani” che, in stragrande maggioranza, 45 su 50, nei giorni scorsi hanno appoggiato una mozione la quale considera incostituzionale l’impeachment di un ex presidente.
Il processo quindi non solo si chiuderà sicuramente con l’assoluzione di Trump – per una condanna sarebbero necessari almeno 17 voti di senatori repubblicani – ma rischia di essere la pietra tombale all’aspirazione di Biden ad una politica più bipartisan.
“E’ arrivato alla Casa Bianca con un grande messaggio di unità e l’ultima cosa che vuole è un processo di impeachment proprio all’inizio della sua presidenza”, sintetizzano le fonti.
Il fatto è che la preoccupazione, se non il fastidio, per l’imminente processo di impeachment viene condivisa anche da diversi democratici al Senato.
“Lo sapevamo tutti sin dall’inizio che sarebbe finita così ed è frustrante”, ha ammesso un senatore democratico dopo il voto con cui è apparso chiaro che solo 5 colleghi repubblicani potrebbero votare per la condanna di Trump.
E diversi alleati di Biden al Congresso, come la “frusta” della Camera James Clyburn, hanno cercato di rinviare il processo a dopo i primi 100 giorni di presidenza, permettendo di così di completare la conferma dei ministri. E far approvare il nuovo pacchetto anti Covid. Invece ora queste priorità rischiano di arenarsi una volta iniziato il processo che potrebbe durare anche tre settimane.
In tutto questo, il cosiddetto sciamano di Qanon, il pittoresco contestatore con le corna e a torso nudo che capeggio l’assalto al Congresso il 6 gennaio scorso a Washington, cioè Jacob Chansley, simpatizzante trumpiano, meglio conosciuto come Jack Angeli, e arrestato nelle scorse settimane, ha deciso di seguire la strategia del suo legale. E si è detto pronto a testimoniare al processo di impeachment contro Donald Trump.
L’avvocato dell’uomo ha detto che il suo cliente “si sente tradito dal presidente“. Motivo? Non gli ha concesso la grazia prima della fine del suo mandato.
Jack Angeli sarebbe pronto a dire di aver agito perché riteneva che fosse stato Trump a chiederglielo di dare l’assalto al Congresso. Una tesi piuttosto suggestiva visto che le parole di Trump al comizio che ha preceduto l’assalto sono state “andate a manifestare pacificamente“.