Il sondaggista Mannheimer affossa Conte: “Una sua lista sarebbe un flop, a destra cresce solo FdI”

14 Gen 2021 20:40 - di Fortunata Cerri
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Tutti i sondaggi sembrano andare nella stessa direzione. Se si vota, vincerà il centrodestra. Ma non si voterà… Possono sintetizzarsi così anche le due previsioni elettorali sulla soluzione alla crisi di governo, prospettate all’AdnKronos dal sondaggista Renato Mannheimer.

Sondaggi, le previsioni di Mannheimer

«Tutti i sondaggi vedono avanti la coalizione fra la Lega in flessione, Forza Italia che regge e FdI in forte crescita rispetto alle passate elezioni, specie negli ultimi tempi ma non fino al punto di consentire alla Meloni un sorpasso “interno” su Salvini. Il centrodestra può puntare, anche con altri apporti tipo Toti, a conquistare una netta maggioranza in termini di seggi, tale da consentirgli di governare tranquillamente», riferisce il sondaggista.

Sondaggi, il rischio che corre Renzi

Sul fronte opposto, per Mannheimer, «le variazioni per Renzi saranno infinitesimali visto che ha a disposizione comunque pochi voti e per lui non sarà facile superare la soglia di sbarramento. Il Pd probabilmente reggerà botta, viene dato stabile nel suo consenso elettorale. M5S è in leggera ripresa rispetto alla caduta verticale del recente passato, pur mostrandosi molto divisi al suo interno. Quanto a Leu, vale il discorso fatto per Renzi: piccoli scostamenti e fatica a superare la soglia».

Nelle previsioni l’incognita del partito del premier

Poi, c’è l’incognita di un partito del premier, di una lista Conte. «I precedenti, da Dini a Monti, hanno avuto scarsa fortuna – ricorda Mannheimer – Lui è molto popolare, più del governo che guida; ma dalla popolarità al consenso elettorale la strada è lunga e complicata. Anche per Conte si pone il problema di riuscire superare la soglia di sbarramento, specie se sia il Pd che M5S tengono elettoralmente».

Mannheimer: «Elezioni improbabili»

Tra l’altro, aggiunge il sondaggista, «molto dipenderà anche dalla campagna elettorale, sia per il centrodestra che per il centrosinistra e per il premier uscente Conte. Ma in ogni caso, tutto questo ragionamento vale se si va alle elezioni, il che non credo sia probabile…».  E poi ancora: «Molti parlamentari faranno qualunque cosa, si inventeranno di tutto, tireranno fuori qualsiasi argomento, pur di non perdere con due anni di anticipo il loro seggio con tutto quel che comporta, soprattutto in termini economici. Sono pronto a vedere di tutto!».

Sondaggio, il ruolo di Biden

Ma in caso di elezioni, quanto peseranno la Casa Bianca, dove il democratico Biden ha dato lo sfratto al repubblicano Trump; e il Vaticano, con le posizioni “avanzate” di Papa Francesco? «Gli Usa influenzano sempre le tendenze politiche italiane e la Casa Bianca influisce molto sui politici italiani», osserva Mannheimer. «Ora, l’onda americana sarebbe certamente favorevole al centrosinistra e sicuramente c’è chi chiederà una mano a Biden per la campagna elettorale. Sia dal punto di vista delle risorse finanziarie che delle tecniche raffinatissime di propaganda e di macchina del consenso, attraverso l’uso dei social media».

«Non si può parlare più di voto cattolico»

Quanto al Papa e al Vaticano, «oramai non si può parlare più di voto “cattolico”. La Chiesa non interviene più direttamente nella politica italiana e soprattutto nella campagna elettorale; e i cattolici, che restano comunque una notevole percentuale anche se i praticanti sono in calo, li troviamo in tutti i partiti, dalla Meloni fino a Leu… Non influenzano in quanto tali le elezioni».

Come «non influenzano le scelte di voto i temi ambientalisti, in questo caso con l’Italia controcorrente rispetto a buona parte dell’Europa». Europa che, intesa come Ue, «ora è molto meno divisiva rispetto a prima, quando si osservava un centrodestra più anti-europeista e un centrosinistra più filo-europeista. Adesso che arrivano i soldi del Recovery, non conviene a nessuno attaccare l’Europa, tornata a essere “popolare”».

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