Il Giorno della Memoria. L’orrore della Shoah e i Giusti tra le Nazioni: ricordiamoli sempre

27 Gen 2021 14:25 - di Angelo Vittore Da Feltre

Millenni di storia. Millenni di tragedie e di sofferenze provocate dall’odio e dalla violenza. Tenebre insondabili nascoste nelle profondità dell’inconscio individuale e collettivo. Quando l’odio coinvolge popoli e nazioni, inizia il tragico percorso delle guerre, delle stragi e del genocidio. Incominciano i sacrifici umani. Vittime immolate in un delirio che cancella la nobiltà della vita.

Shoa, la pianificazione del male assoluto. Ricordiamolo

Come nell’ultimo conflitto mondiale dove le forze del male hanno sacrificato milioni di innocenti. Nella civilissima Europa fu organizzata l’eliminazione di un intero popolo. In modo sistematico. In modo scientifico. Con leggi che toglievano ai perseguitati ogni diritto. Che consentivano ogni aberrazione agli aguzzini. Che giustificavano eccidi, torture, esperimenti disumani sui prigionieri… >Era stato legalizzato e pianificato il “male assoluto”. E’ necessario ricordare. E’ necessario far ricordare. E’ necessario che la memoria della Shoah resti viva e incancellabile. Per impedire che accada ancora. Per impedire nuove tragiche follie contro qualunque popolo. Contro qualunque comunità. Per questo è nato su Monte Herzl il sacrario di Yad Vashem.

Scempio di innocenti: l’odio può distruggere la vita

“Un memoriale, un nome”. Il luogo dove la memoria si inabissa nell’anima. Dove la mente naufraga disperata alla ricerca di un ‘perché’. Il luogo dove la coscienza si specchia, sola e smarrita, nel dolore del mondo. Dachau, Birkenau, Treblinka, Auschwitz, Buchenwald, Belzec, Flossemburg… Campi di prigionia e di sterminio. Sterminio di bambini, di donne, di uomini. Di Persone. Elenco interminabile di nomi. Senza fine. Perché? Perché l’odio può distruggere la vita? Perché può fare scempio degli innocenti?

A Yad Vashem imprigionato il male

A Yad Vashem è conservato il dolore. Sacro. Tragico. Implacabile. Sulle pendici di Monte Herzl è stato imprigionato il male E’ stato sepolto nella Foresta di Gerusalemme. E’ stato legato con i lacci potenti della memoria. E’ stato incatenato al ricordo di sei milioni di vittime. Sei milioni di martiri immolati sul rogo dell’odio e della violenza.

E quei nomi prendono forma. Diventano immagini. Diventano volti. Diventano sguardi. Bambini. Bambini. Più, molto più, di un milione. Innocenti. Ricordiamoli. Sì. A Yad Vashem è conservata l’innocenza. Ha occhi grandi l’innocenza. Grandi. Immensi. Immensi come l’immensità del cielo. Come il mistero della vita. Come la nostalgia dell’infinito. Immensi. Ha occhi belli, l’innocenza. Belli. Belli. Belli come l’Amore. Come le gemme a primavera. Belli. Ha occhi eterni, l’innocenza. Eterni. Eterni come il respiro dell’universo. Come il suono della creazione. Come la speranza. Come la speranza, che non muore mai.

Il ricordo dei Giusti tra le Nazioni

E a Yad Vashem è conservato anche il ricordo dei Giusti tra le Nazioni. Eroi silenziosi che a rischio della propria vita, hanno salvato la vita ai perseguitati, hanno protetto gli innocenti. Fra i Giusti centinaia e centinaia di italiani. Ora fanno compagnia alle vittime della Shoah. Uniti nella memoria, per sempre. Tra questi Giorgio Perlasca. Che, in Ungheria, ha salvato più di cinquemila ebrei destinati ai campi di sterminio. Rientrato in Italia dopo essere stato fatto prigioniero dai sovietici, tornò alla sua vita normale.

L’eroismo di Perlasca: l’ho fatto perché sono un uomo

Non fece mai parola a nessuno di quanto aveva compiuto a Budapest. Il suo eroismo fu rivelato durante una trasmissione televisiva. Ne avevano ritrovato le tracce, dopo difficili ricerche, alcune ebree salvate a Budapest. I giornalisti gli chiesero perché l’avesse fatto. Giorgio Perlasca rispose: “L’ho fatto perché sono un uomo”. Semplicemente. La grandezza dei Giusti tra le Nazioni. Contro l’odio, contro la violenza, contro il potere, di fronte alla paura e al dolore, solamente un briciolo di Umanità. Ricordiamolo.

 

Articolo per “The Conservative” Link:  Il Giorno della Memoria. L’orrore della Shoah e i Giusti tra le Nazioni: ricordiamoli sempre | The Conservative

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  • giorgio rapanelli 28 Gennaio 2021

    ho letto con commozione l’articolo, per non dimenticare. Il quotidiano di Fratelli d’Italia ha fatto un ottimo servizio alla verità sulla personalità di un partito che si ostinano a definire fascista e razzista. Voglio fare conoscere ciò che avvenne a Corridonia, la mia città. Giuseppe Bartolazzi, fascista e già Podestà di Corridonia, mentre i tedeschi avevano una base militare in città, nascose nella sua casa del centro storico una famiglia di ebrei, di nome forse Sinigaglia. Li nascose in alcune stanze, murando la porta di acesso e nascondenla con un alto armadio. Passava i viveri di notte da una finestra del suo appartamento alla finestra di quello clandestino. Rischiò la deporazione, ma la famiglia degli ebrei si salvò. Voglio anche ricordare Mario Rapanelli, non mio parente, combattente ferito in Spagna, che fu podestà e capo della milizia di Corridonia, formata da una decina di giovanissimi. Perchè fu difeso dal CLN locale, quando alcuni partigiani volevano giustiziarlo? Perchè, pur di no farli razziare dai tedeschi, dette alla popolazione il grano del consorzio e le centinaia di mortadelle che la ditta Bellentani produceva a Corridonia. Non fece mai accerchiare da “La Disperata” di Macerata, soldati fascisti armatissimi, i partigiani che erano tutti ammassati in una nota località rurale, perchè li conosceva tutti ed alcuni erano amici e conosceva i genitori degli stessi. Infine cerco in tutte le maniere di salvare la vita di un componente del CLN arrestato dai tedeschi per una delazione. Purtroppo fallì. Mi piace dire che provengo dal PCI. Oggi in casa mia ci sono leghisti e pure Fratelli d’Italia. Vi prego: non isolatevi all’opposizione. Il centrodestra faccia il nome di un candidato premier al posto di Conte, o di altri della congrega. Un nome che sia sonosciuto in Europa e al quale non si può dire di no. Infine, chiedete di salvare dal gelo quei profughi che sono nei Balcani.