Il bollettino dell’Epifania: salgono i contagi, 548 i decessi. Verso la proroga dello stato d’emergenza: le date
La Befana non porta buone notizie. Il bollettino sul coronavirus del 6 gennaio conferma i numeri preoccupanti dei giorni scorsi. E si fa largo lo spettro della proroga dello stato d’emergenza. Sono 20.331 i nuovi contagiati, in aumento rispetto a ieri (15.378), con 178.596 tamponi effettuati (ieri 135.106). Le vittime sono state 548 (ieri 649). Lievissimo incremento delle terapie intensive, 2 in più contro i -10 di ieri, 2.571 in tutto (oggi gli ingressi sono 183). Mentre in calo di 221 il numero dei ricoveri ordinari, che ieri aveva invece fatto registrare un +78, per un totale attuale di 23.174.
Il bollettino, ora è il Lazio a preoccupare
Le regioni con il maggior numero di casi sono: Veneto (+3.638), Lombardia (+2.952) e Lazio (+2.007). Il tasso di positività è dell’11,3%, quasi invariato rispetto all’11,4% di ieri. Nel Lazio, in particolare salgono i nuovi casi. Oggi ne sono stati registrati 2.007, in incremento di 288 su ieri, su un numero di oltre 15mila tamponi (+2.285 su ieri). I decessi sono stati 37 (-35 su ieri). Diminuiscono i ricoveri, i decessi e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 13% ma se si considerano anche gli antigenici la percentuale scende al 5%. Nella sola Roma i casi tornano a quota 900, il valore Rt sale ma rimane di poco sotto l’1.
Bollettino, il governo vuole prorogare lo stato di emergenza: le due date
Lo stato di emergenza dichiarato dal governo sta per finire, ma probabilmente solo sulla carta. Il 5 ottobre 2020 era stato prorogato al 31 gennaio 2021, ma ora il condizionale è d’obbligo. L’imminente, probabile, terza ondata potrebbe estendere la data di scadenza. Una doccia fredda. Secondo il Messaggero, la Stampa, Libero e altri siti di informazione politica, addirittura sarebbe sul tavolo la data del 31 luglio 2021. Di fatto, come è già accaduto un anno fa, con il prolungamento dal 31 gennaio 2020 al 31 luglio 2020. Le date sul tavolo sono due: oltre a quella del 31 luglio, tiene banco quella del 31 marzo. La decisione è legata all’andamento del piano di vaccinazioni e comunque la data verrà comunicata col prossimo Dpcm, che andrà a sostituire il decreto in scadenza il 15 gennaio.