Governo, la sfida di Salvini: «Centrodestra pronto a discutere di questioni concrete»
Non è ancora una svolta, ma le somiglia molto. E segnala anche una piccola crepa nel muro eretto dal centrodestra a sostegno della tesi “elezioni subito, senza se e senza ma“. Già perché qualche “se” Matteo Salvini l’ha piantato davanti ai cronisti che lo attendevano davanti all’Agenzia delle Entrate di Roma. «Diremo a Mattarella “no” a questo teatrino, al mercato delle vacche e a un reincarico a Conte – premette -. Quando non ci sarà più questo signore a Palazzo Chigi, ragioneremo di tutto il resto». Parole già di per sé sufficienti ad adombrare un cambio in corsa. Solo poche ore fa Salvini avrebbe detto che, una volta via Conte, l’unica opzione erano le elezioni. Ora le definisce ancora come «la via maestra», ma aggiungendo la subordinata di «Quota cento». Disponibile a governare con chi vuole salvare quella misura, «indisponibile con chi invece vuole azzerarla».
Salvini cita “Quota cento”
Un messaggio che sembra rivolto a Di Maio. Entrambi era vice di Conte quando il governo giallo-verde aprì la breccia nella riforma Fornero sulle pensioni. Che cosa è accaduto in queste ore? È possibile che su Salvini sia di nuovo intervenuto Giancarlo Giorgetti, il leghista più riluttante verso la linea “elezioni e basta”. In verità, il Capitano era già apparso in difficoltà a DiMartedì, la trasmissione di Floris, dove si era presentato con un documento della Lega ricco di suggerimenti sul Recovery Plan. «A chi lo darete dopo le elezioni, visto che il Piano si approva a febbraio?», aveva chiesto il conduttore mandando in cortocircuito l’intervistato.
«Ma il Pd è pronto a farlo?»
Da qui il ritocco mattutino al copione del “voto subito“. «Chi volesse parlare di temi reali può dialogare con il centrodestra. Credo che sia difficile lo voglia il Pd, ma noi siamo curiosi e pronti a dialogare con tutti», ha detto ancora ai giornalisti. Quali siano questi temi, Salvini lo ha messo subito in chiaro: pace fiscale, azzeramento della burocrazia e del codice degli appalti e riforma della giustizia. «Chi vuole parlare di questi temi – sfida – si siede al tavolo con la Lega e con il centrodestra». Quanto al nome terzo del possibile premier di un ipotetico governo di unità nazionale, Salvini lascia tutto aperto. E avverte: «Problema non sono i nomi, se qualcuno ci dà una mano a salvare Quota cento, a dare una mano alle famiglie, noi ci sediamo al tavolo con tutti».