Governo, è corsa frenetica al “mercato delle vacche”. Conte alla Camera per la fiducia lunedì alle 12

15 Gen 2021 12:20 - di Natalia Delfino
conte fiducia

Lunedì alle 12. È il momento in cui Giuseppe Conte si presenterà alla Camera per le comunicazioni sulla crisi di governo e la richiesta di fiducia, previste poi per martedì alle 9.30 al Senato. Ed è facile immaginare che saranno giorni all’insegna del più sfrenato “mercato delle vacche”, con le forze che ancora sono al governo impegnate nella volata finale per trovare una nuova maggioranza purché sia.

Salvini: “Non oso immaginare il Suk”

“Prima di lunedì vengono un sabato e una domenica. Ho i brividi pensando alle offerte da suk che saranno fatte a questo e a quello”, ha pronosticato Matteo Salvini, ricordando che “Mattarella stesso disse a me e all’intero centrodestra: vi conferirò l’incarico se riuscirete a portarmi numeri veri e seri per un governo vero e serio. Non quelli di tre tizi in ordine sparso”. Il riferimento al Colle non è causale, perché, fiducia o no a Conte, secondo diverse indiscrezioni, Mattarella sarebbe tutt’altro che entusiasta di avallare una nuova maggioranza raccogliticcia.

La fiducia a Conte e il Pd col pallottoliere in mano

Non a caso ha parlato della necessità di dare una “cornice politica” agli eventuali responsabili anche il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, attivissimo in queste ore di crisi. “Quella dei numeri è una questione seria. È chiaro che si può evitare una crisi avendo anche un numero in più, ma non governare avendo un voto in più. Il tema si pone, ma un conto è farlo in una condizione in cui il governo continua a lavorare puntando a rafforzarsi, un conto è farlo senza un governo“, ha detto Orlando, intervistato a SkyTg24. “Se si manifesterà una disponibilità (di alcuni parlamentari a sostenere il governo, ndr) si realizzerà in una cornice politica. Penso – ha proseguito – ci sarà un’adesione da una valutazione della situazione del quadro politico e del quadro europeo”.

Le rassicurazioni di Orlando agli eventuali responsabili

“Se ci saranno i numeri – ha detto ancora il vicesegretario Pd – ci sarà anche il fatto politico. I numeri necessari saranno conseguenza di un processo collettivo. Le ragioni dei senatori che non sono in maggioranza e decidono di entrare saranno comuni, questo fatto si manifesterà”. Le parole di Orlando hanno il chiaro sapore del tentativo di legittimare una eventuale accozzaglia di maggioranza, ma suonano anche come una rassicurazione futura a chi deciderà di mettersi su piazza. Una lettura che si incrocia con l’annuncio di Clemente Mastella di voler fondare un nuovo soggetto politico di centro, alleato con la sinistra. Insomma, in questo “indegno teatrino”, come è stato definito, Mastella fa il registra, il Pd il produttore e gli italiani pagano il costo della crisi. Sempre ammesso che Pd, Conte & co riescano a mettere insieme i numeri.

 

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