Da “Minzolingua” a “Pisapippa”: tutti gli insulti di Travaglio a chi ha osato criticare il “Divo” Conte
“Ho visto cose…”. L’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto in edicola oggi 21 gennaio è tutto un programma. Svillaneggia colleghi giornalisti a destra e a manca, colpevoli di non avere creduto al “salvataggio” del premier Conte ed avere “osato” sviluppare analisi. Non si sa bene di cosa si possa godere in questa situazione di stallo. Anche chi ama questo governo Conte- Ciampolillo, come Travaglio e il suo quotidiano, non possono non ricordare che in altri tempi e con altri governi titolarono: “Arrestateli”. Intendendo i voltagabbana o transfughi che dir si voglia.
L’editoriale di Marco Travaglio è un’antologia di virgolettati tratta da tutti i quotidiani: “Renzi guarda al Pd: magari si convincono a scaricare Conte” (Corriere) e invece il Pd scarica lui. Quelli che arriva il governo Draghi, anzi Cottarelli, anzi Cartabia, anzi Franceschini, anzi Di Maio, anzi Guerini (tutti i giornali) e invece niente, un’altra volta”, leggiamo sulla prima pagina.
Travaglio insulta chi critica Conte
Ancora: “Quelli che “il governo di scopo anche col centrodestra”, anzi “di unità nazionale” (Francesco Verderami, Corriere), e vabbè. Quelli che “un governo di scopo con un altro premier” (Pisapippa) e nessuno se li fila”. Una sfilza di prese in giro ad editorialisti, fatte anche con nome e cognome. “Quelli che “Rosato e Boschi ministri”, “Boschi alla Difesa” (Corriere), “Boschi, rientro quasi certo” (Messaggero) e ne avessero azzeccata una”. Si diverte addirittura a storpiare qualche nome di colleghi. Quelli che “Giuseppi si illude di restare, ma lo scontro è su di lui” (Minzolingua), “Sul Conte sventola bandiera bianca” (Verità), “Conte fa testamento”, “Conte al capolinea”, “Ciaone Conte” (Giornale), e ciaone a loro. Quelli che “La triade Conte-Casalino-Travaglio l’ha presa in quel posto”.
Solo Travaglio ha voglia di ridere
L’elenco è lunghissimo. Termina con questi passaggi: “Quelli che “un governo Giorgetti di ricostruzione” (Giachetti) e sono ancora lì con la paletta e il secchiello in mano. Quelli che “Conte accerchiato non cede su nulla”, anzi “Conte pronto a cedere su tutto”, “Subisce la lista della spesa, obbedisce a Iv sui fondi Ue e dà gli 007 al Pd” (Giornale) e non ne azzeccano una neppure se dicono tutto e il suo contrario. Quelli che “ora il governo è più debole di prima” (tutti), perché non sono più abituati a un governo senza i due Matteo” . Evviva, allora Travaglio cosa vuole dimostrare? Ognuno gode come può, certo. Epperò se uno con la stessa sua pazienza nel ritagliare titoli e commenti altrui lo facesse con articoli e prime pagine del Fatto? Esercizio complicato, lungo, ma facile nel senso. Ognuno gode con i voltagabbana suoi. Ogni voltagabbana è bello a mamma sua… si potrebbe scherzare.
Tragicomico destino dei “duri e puri”
Ma Travaglio e il Fatto non scherzavano quando spargevano disprezzo sui salvatori del governo Berlusconi. E non scherzano oggi prendendosui tremendamente sul serio. Giustificano tutto e tutti per giustificare l’ingiustificabile mercato a cielo aperto in cui Conte e Casalino stanno trasformando le istituzioni. “Dobbiamo tuttavia essere clementi. Come titolava Travaglio qualche giorno fa: “Chi è senza peccato”?”. Glielo fa notare il Giornale. Nessuno. “Noi lo sappiamo e non ci scandalizziamo. Ora però pure lui può smettere di scagliare pietre: è peccatore come noi”. Tragico destino dei puri di cuore… altro che “Ho visto cose…”.