Covid, l’adesivo sulla mascherina rileva il virus in respiro e saliva: ecco il kit stile test di gravidanza
Covid, un adesivo sulla mascherina rileva il virus nel respiro e nella saliva. Arriva dalla ricerca Usa l’ultimo innovativo kit stile test di gravidanza in grado di realizzare un test rapido. Facile ed economico in modo da essere «accessibile a tutti». Dunque, una striscia adesiva che cambia colore. Da applicare sulla mascherina, può dirti se sei positivo oppure no. Funziona un po’ come un test di gravidanza: il risultato dipende dal cambio di colore o meno. L’innovativa soluzione, individuata da un team di esperti dell’Università della California di San Diego, irrompe sulla scena pandemica in tutto il suo potenziale ingegneristico e scientifico. E, soprattutto, con la speranza di dare un significativo contributo a prevenzione e ricerca anti Covid.
Covid e ricerca: dagli Usa l’adesivo sulla mascherina che rileva il virus
L’annuncio arriva via Twitter, dall’account dell’università californiana, Ucsd Engineering. E da un comunicato stampa dell’università che, come riporta il Messaggero in un esaustivo servizio, spiega come «un adesivo su una mascherina ti dirà se sei positivo». Si tratta di «una striscia reattiva che può essere posizionata sulle N95, mascherine chirurgiche o in tessuto e «rilevare la SARS-CoV-2 nel respiro o nella saliva». Dunque, mentre indossiamo la mascherina, respirando azioniamo la striscia reattiva che è in grado di rilevare le molecole che scindono le proteine prodotte da un’infezione da Covid. Una volta tolta la mascherina, quindi, si potrà passare, come spiega il comunicato di cui riferisce il quotidiano capitolino, a spremere il contenuto del blister sul campione di striscia. Che reagendo, assume un colore. A seconda del quale il campione indica se sono presenti o meno le molecole dell’infezione. Ossia, se si è positivi o no al Covid. Un metodo facile e veloce, proprio come un test di gravidanza.
Un test rapido, facile ed economico: ecco perché è stato pensato
E allora, nel presentare il progetto e spiegarne funzionalità e acquisizioni utili, l’università californiana spiega attraverso le parole di Jesse Jokerst, professore di nanoingegneria presso la “UC San Diego Jacobs School of Engineering”. E capo ricercatore principale del progetto, che «le strisce non sostituiranno i protocolli di test standard». Ma l’idea alla base della ricerca risiede soprattutto nel perseguire e realizzare «un approccio di sorveglianza, simile a quello di un rilevatore di fumo in casa tua», ha asserito Jokerst. «Se viene attivato sai che c’è un problema». E da lì sei sollecitato ad eseguire controlli più sofisticati. Mirati. Specifici. Perché, afferma l’Ucsd nel suo comunicato stampa, il fine principale di questa ricerca punta a contribuire a realizzare «una sorveglianza semplice. Economica e affidabile» per le infezioni. Un metodo alla portata che può essere utile «quotidianamente e facilmente». Specie «in ambienti poveri di risorse». Anche per questo, assicura il team di ricercatori, i test costeranno solo pochi centesimi per striscia. In modo tale da essere «accessibili a tutti».