Conte nega l’aiuto di 007 nella caccia ai “responsabili”: Ma Sorgi lo inchioda: «È vero»
«Non esiste alcun network coordinato dall’intelligence in cerca di “responsabili“». Giuseppe Conte sarebbe pronto persino a giurarlo. Tanto da smentire due volte la notizia di aver affidato a generali e cardinali la missione di contattare senatori inquieti. Prima per iscritto, con una lettera alla Stampa, che aveva sollevato la questione. E stamattina in aula a Montecitorio. Nessuna divisa e nessuna porpora, dunque, a caccia di “costruttori” da arruolare oggi nella maggioranza e domani, chissà, sotto le insegne del costituendo partito contiano. Sembrava destinata a chiudersi lì. Invece pochi minuti fa Marcello Sorgi, firma di punta della Stampa, ospite di Mentana si è detto «stupito» della smentita.
Cardinali e generali per arruolare senatori
E spiega che fino venerdì «non era affatto un mistero» che Conte avesse sguinzagliato generali e cardinali sulle tracce di possibili voltagabbana. Piuttosto, «è la scoperta dell’acqua calda». Tanto è vero che alcune di queste persone, ricorda Sorgi, «hanno fatto interviste ai giornali dicendo che bisognava aiutare Conte». Quanto agli 007, il giornalista chiarisce che «certo, non erano loro i capi dei servizi segreti, ma si qualificavano come conoscenti di quei capi». E ancora: «Il mondo di Conte è quello lì, mondo attorno a cui ruotano questo genere di situazioni». E non è un rapporto solo legato alla carica. Spiega Sorgi: «Conte è un avvocato importante che viene da uno studio importante e che il suo studio si sia impegnato nei momenti delicati. È sotto gli occhi di tutti».
Sorgi ospite di Mentana: «Non è un mistero»
Infatti, l’hanno notato anche altri giornali. Rispetto a Berlusconi, che i «responsabili li cercava direttamente, invitandoli a casa, quello di Conte – argomenta il giornalista – è un altro metodo». Quanto alle smentite di Palazzo Chigi, «sono solo formali». Insomma, Conte si è cacciato in un vicolo cieco. E dire, rivela Sorgi, «che Mattarella gli aveva detto “se lei non ha gruppi parlamentari nuovi a disposizione, corre il rischio di mettersi in un pantano”. Ed è quello a cui stiamo assistendo da stamattina: Conte è in un pantano. E mi viene da ridere che nella sua replica si sia definito popolare e socialista».