CdM, lite furibonda sulla scuola: Azzolina e De Micheli sotto accusa. Slitta la riapertura

5 Gen 2021 9:14 - di Gabriele Alberti
CdM Azzolina De Micheli

Azzolina e De Micheli, Scuola e Trasporti, i volti del fallimento e del caos scuola. Si raggiunge un compromesso dopo una notte di fuoco al consiglio dei ministri. Ma la tensione è salita alle stelle. Il lodo Azzolina- riaperture il 7 gennaio- non ha prevalso. La riapertura delle scuole superiori e dei licei slitta infatti all’11 gennaio, con la previsione della ripresa dell’attività didattica in aula per il 50% degli studenti. Questa la mediazione raggiunta in Consiglio dei ministri: il Pd era favorevole al ritorno nelle classi dopo il 15 gennaio; ma  il M5S e Iv fermamente contrari, pronti a confermare la data del 7. Alla fine il punto di caduta è stato raggiunto fissando la riapertura per lunedì 11. Tre giorni dopo. A trovare un punto di incontro, in un Cdm dove si è discusso animatamente sul tema, il premier Giuseppe Conte che avrebbe invitato Pd, M5S e Iv a trovare una data che mettesse d’accordo tutti.

Cdm, ire su Azzolina e De Micheli

D’accordo per modo di dire. Durante il Cdm, terminato dopo quasi tre ore, si era discusso animatamente: il capo delegazione del Pd Dario Franceschini, appoggiato dall’area più ‘rigorista’ del governo, era infatti favorevole a posticipare le riaperture delle scuole superiori e dei licei. Il ritorno sui banchi “non prima del 15 gennaio”, è stata la sua proposta. Ma ad opporsi con forza  sono stati il M5S con la ministra della Scuola Lucia Azzolina, fermi sulla linea indifendibile dei ritorno nelle aule dal 7 gennaio. Fortemente critiche anche le ministre di Iv, che hanno parlato di “un caos inaccettabile” sul capitolo scuola. “Inaccettabile che a pochi giorni dalla conclamata riapertura ancora non se ne conoscano le modalità. Segno di un fallimento del processo di riapertura e del ritorno sui banchi“.

Cdm, processo alle ministre

Ma l’Azzolina, ha insistito, affermando che “i contagi non sono imputabili alla scuola, non è quella la fonte dei focolai – avrebbe detto la ministra, raccontano all’Adnkronos alcuni presenti.  Ecco che allora sotto accusa è andata un’altra “volpe” dell’esecutivo Conte. A quanto apprende l’Adnkronos, le ire si sono scatenate sulla ministra dei Trasporti Paola De Micheli, che avrebbe toccato vertici di assurdità assoluti. La titolare dei Trasporti avrebbe spiegato di aver approntato un modello organizzativo scollegato dalla dimensione prettamente sanitaria. Perché? Perché è impossibile – è stato il suo ragionamento- sapere come il virus si diffonde su pullman e bus”. Alla parola “impossibile”, dopo mesi di tempo passato a trastullarsi sulla pista ciclabile sullo Stretto di Messina, un fremito di sdegno ha attreaversato la sala. Le sue parole avrebbero provocato l’ira di tutti i presenti, animando il dibattito in un Cdm di fuoco. La ministra già nota per le sue stravaganti affermazioni, sui trasporti che avrebbero dovuto oliare la riapertura delle scuole ha lavorato ben poco. Imbarazzante è dire poco. E’ un tutti contro tutti in questo esecutivo da operetta.

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