Caos vaccini, Garattini: “Nel mondo ce ne sono tanti, prenotiamo anche quello russo e cinese”

28 Gen 2021 18:41 - di Natalia Delfino
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Non le azioni legali, ma la spinta alla ricerca e la prenotazione dei nuovi vaccini allo studio. Per il presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, Silvio Garattini, i problemi intorno alla carenza di dosi, dunque, non si risolvono con le carte bollate, ma avendo “più vaccini”. “Le azioni legali – ha detto – non risolveranno problemi. Dobbiamo avere più vaccini”. “In giro per il mondo ce ne sono ancora tanti in fase clinica. Bisogna cercare di fare prenotazioni”, ha aggiunto, facendo riferimento anche a quelli russi e cinesi.

Prenotare i vaccini nel mondo e produrne in Europa

Garattini, intervistato dall’agenzia di stampa Adnkronos, ha sottolineato che, certo, “bisogna che chi vende i vaccini metta a disposizione i dati”. E ha sollecitato anche una spinta alla “fabbricazione anche a livello europeo, o italiano per quanto riguarda il nostro livello nazionale”. Ma come? “Prestando le infrastrutture necessarie a chi ha già vaccini approvati, come per esempio è successo in Francia”. “Abbiamo anche noi la possibilità di produrre, ma abbiamo strutture piccole che andrebbero fortemente potenziate. E il governo potrebbe certamente pensare anche a questa opzione”.

Garattini: “Se serve, si ricorra alle licenze obbligatorie”

“Se ci sono grossi problemi – ha poi suggerito ancora l’esperto – si ricorra a eventuali licenze obbligatorie“. Ma nel frattempo, ha ribadito, “si deve cercare in giro per il mondo e potenziare anche le possibilità del vaccino italiano per cui bisognerebbe cercare di accelerare i tempi”.

“La Germania fa bene a non dare Astrazeneca agli over 65”

Quanto ai vaccini già in uso, Garattini si è soffermato sul caso Astrazeneca e sulla decisione della Germania di non somministrarlo agli over 65. “La Germania ha ragione a prospettare l’utilizzo del vaccino anti-Covid di AstraZeneca solo negli under 65. Perché – ha chiarito il presidente del Mario Negri – non ci sono abbastanza dati al di sopra dei 55 anni. Non vedo come si possa fare diversamente”. “AstraZeneca – ha quindi chiarito Garattini – ha studiato il vaccino in particolare su persone fra i 18 e i 55 anni. I soggetti sopra questa fascia d’età sono pochi”. Anche l’Agenzia europea del farmaco Ema potrebbe seguire questo orientamento? “Non vedo altra strada, se i dati non sono abbastanza. E questo complica le cose perché riduce le possibilità di utilizzo proprio del vaccino, che – ha ricordato Garattini – è stato ordinato in più grandi quantità”.

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