Bellanova: «Conte è asserragliato nella sua torre d’avorio. Mettiamo fine a questa agonia»

9 Gen 2021 9:37 - di Giorgia Castelli
Bellanova

«Le dico cosa ho detto nel corso della capidelegazione: andare quanto prima in Cdm e approvare il Piano. Non siamo mai stati e non saremo noi a bloccarlo. Ed è vergognoso che, a riunione ancora in corso, ci sia chi con lo squallido metodo delle veline ci addebita ritardi e rinvii. Finché ci sarà lo spazio per migliorarlo lo faremo. Ma se il Piano puntuale non dovesse arrivare almeno 24 ore prima del Cdm, allora evitassero di convocarmi». Così Teresa Bellanova ministro delle Politiche agricole e capodelegazione di Iv al governo racconta in un’intervista a Il Messaggero il confronto di ieri sul piano per il Recovery.

«Quel Piano non è di Conte, né di Gualtieri, né di Bellanova. È il Piano strategico di un Paese che si rimette in marcia affrontando, una per una, tutte le criticità che lo tengono bloccato e lo bloccavano anche prima dell’emergenza Covid».

Bellanova: «Garantire discontinuità»

Entrando poi nel merito della posizione di Iv sul governo guidato da Conte, Bellanova risponde: «Non abbiamo mai fatto né una questione personale, né tantomeno di nomi, si figuri ora. A noi va bene chiunque sarà in grado di garantire quella discontinuità che chiediamo ormai da mesi. Se è lo stesso Conte, o qualcun altro, esito di una nuova sintesi tra le forze di maggioranza, tutto sommato poco cambia rispetto all’enorme posta che è in gioco».

«Saggio sarebbe – aggiunge tuttavia Bellanova – se invece di restare asserragliato nella sua torre d’avorio il presidente del Consiglio prendesse atto che questa esperienza di governo è conclusa e provasse a capire se si è in grado, tutti quanti e a partire da lui, di riscrivere un nuovo patto di governo».

«Per noi il tempo è scaduto»

Una posizione che la ministra Bellanova ribadisce in un’altra intervista a Il Tempo: «Per noi il tempo è scaduto. Conte ha il dovere della mediazione politica e della sintesi. E deve dire che idea di Paese ha, su quali scelte indebitare i nostri figli ed i nostri nipoti. Il premier per primo dovrebbe prendere atto che questa esperienza è al capolinea e dirci quindi se siamo in grado di fare un restart. Per noi essere all’opposizione dai banchi del Parlamento non è un problema».

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