Vaccino, dalla Germania lezione e non scandalo. La Merkel ha solo detto: «Prima i tedeschi»

30 Dic 2020 18:38 - di Valerio Falerni
vaccino

Non tutti gli europeisti sono uguali. Prendiamo i tedeschi: nella Ue ci stanno come topi nel formaggio. Praticamente è casa loro, tanto è vero che fanno come meglio gli pare. Prova ne sia la disinvoltura con cui il governo di Angela Merkel ha fatto il pieno di dosi extra di vaccino anti-Covid accompagnandolo con un marameo ai suoi partner. Tutti (Secolo compreso) a censurare con termini che spaziavano da scandalo a truffa passando per fregatura e oltre. Niente di tutto questo, purtroppo. Spiace ammetterlo, ma i crucchi hanno fatto le cose per bene. Basta leggere l’articolo 7 («Obbligo di non negoziare separatamente») del famoso accordo del 18 giugno per rendersene conto.

Berlino non ha violato alcun accordo

Vi si legge: «Firmando il presente accordo, gli Stati membri confermano la loro partecipazione alla procedura e concordano di non avviare le proprie procedure in anticipo per l’acquisto del vaccino con gli stessi produttori». Anche uno studente al primo anno di giurisprudenza si accorgerebbe che l’accordo sottoscritto vincola solo l’avvio della procedura. Poi ciascuno per sé e Dio per tutti. Cosicché quando i tedeschi hanno visto i francesi in pressing per non superare il quantitativo di dosi sviluppato dalla loro Sanofi, hanno subodorato l’inghippo e sono corsi ai ripari. Della serie: europeisti sì, ma fessi no. E proprio come un Trump o una Meloni, la Merkel ha sentenziato «prima i tedeschi».

Sul vaccino l’Italia arranca

È cattiva? Macché. Solo nazionalista quel che basta a tutelare gli interessi della propria gente. Del resto, è così che funziona da un bel po’. Noi italiani siamo tra i pochi, forse gli unici, ad avere un governo convinto del contrario. E cioè che le liturgie della Ue vengano prima dell’interesse nazionale. È il motivo per il quale ci prendono a pesci in faccia. Non è stato forse così anche per le dosi simboliche di vaccino? Tali solo per noi, non anche per la Germania. Siamo sempre lì ad arrancare, rincorrere, spiegare, pregare, pagare. Perennemente in ritardo e puntualmente inadempienti su appuntamenti e regole fissate da altri. E sempre lì a raccontarci quanto è bella la Ue. Europeisti e pure fessi.

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