Tremonti: sul Mes il trappolone sta tutto nell’articolo 3 del trattato. Ecco perché

12 Dic 2020 14:53 - di Adele Sirocchi
Tremonti Mes

Giulio Tremonti non cambia idea. Il Mes è una trappola per l’Italia. In particolare l’ex ministro dell’Economia del governo Berlusconi, in una intervista Libero, punta l’indice contro un dettaglio del trattato che si rivelerà a suo avviso molto pericoloso per il nostro Paese.

“Si dice che il diavolo sta nei dettagli – osserva Tremonti – nel caso del Mes il diavolo o, meglio, il mostro di Frankenstein sta nell’articolato e nell’allegato, in specie nell’articolo 3 e nell’Allegato III, negli obiettivi e nei criteri che sono assegnati al Mes”.

Tremonti: il pericolo si annida nell’articolo 3

“Qui – aggiunge –  si attribuisce alla struttura del Mes la seguente funzione: “Se necessario per prepararsi internamente a poter svolgere adeguatamente e con tempestività i compiti attribuitigli il Mes può seguire e valutare la situazione macroeconomica e finanziaria dei Paesi membri, compresa la sostenibilità del debito pubblico, e analizzare le informazioni e i dati pertinenti. A tal fine il Direttore Generale…”.

Il diritto di veto sarebbe inutile

Insomma si tratterebbe delle premesse per l’arrivo della Troika in Italia. E il diritto di veto al commissariamento che l’Italia potrà esercitare? Una contromisura inutile, secondo Tremonti. “Il diritto di voto-veto in questi casi è irrilevante. Nel mondo finanziario nulla è segreto. Ci si mette un attimo a far filtrare un documento che generi il panico sui conti di uno Stato e l’Italia ne sa già qualcosa. È questo il metodo ideale per far scoppiare la crisi finanziaria in un Paese. Non puoi mettere il veto alla crisi che ti arriva addosso, non si tratta quando hai la testa nella bocca della tigre”.

La possibile via d’uscita

La possibile via d’uscita? Tremonti la vede così: “Due pilastri: la BCE finché c’è, e il risparmio degli italiani, che è ancora pari al 70% del debito pubblico. Se non si parlasse di patrimoniale e ci fosse un governo capace di raccogliere la fiducia degli italiani, potrebbe essere ripetuta l’esperienza del grande prestito nazionale lanciato nel dopoguerra da Einaudi. Su questo Togliatti, Guardasigilli nel governo ebbe a scrivere: Il prestito darà lavoro agli operai, gli operai ricostruiranno l’Italia“.

 

 

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