Toninelli adesso fa la vittima: «Mi minacciano sui social». La Meloni lo disintegra con una battuta

14 Dic 2020 11:22 - di Mia Fenice
Toninelli

«Quello che è accaduto per l’ennesima volta al sottoscritto è qualcosa di sconcertante. In circa due ore di domande in cui sono stato sentito come persona informata sui fatti ho risposto puntualmente a tutto. Eccezion fatta alcuni non ricordo minimali su domande su fatti accaduti diciotto mesi prima fatte dall’avvocato Buongiorno, ex ministra che fa parte dello stesso partito di Salvini. Questo è uno dei mali peggiori che abbiamo in Italia, quello che fa passare per vero notizie false». Danilo Toninelli, senatore del M5S, torna sul caso Gregoretti dopo la pessima figura a Catania. E ne parla ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus.

Toninelli: «Mi hanno intimidito»

«Mi hanno minacciato e intimidito sui social – ha raccontato – perché hanno ascoltato le parole di Salvini. O perché hanno letto cose che sono state scritte. Uno mi ha scritto che dovrebbero bruciarmi vivo. Io se esco di casa potrei anche rischiare la mia incolumità, tale è l’odio che si è creato nei miei confronti per la pubblicazione di notizie fasulle. Io ho risposto a tutte le domande fatte».

«Hanno passato veline alle redazioni»

E poi ancora. «Nel caso di specie dell’Open Arms io avevo risposto al presidente del tribunale. Quando ho risposto non ricordo all’avvocato Bongiorno è perché c’erano diverse richieste di sbarco. Ho chiesto dunque di precisare meglio la domanda e poi ho risposto. Hanno passato delle veline alle redazioni in cui c’era scritto tutto il contrario di quello che è accaduto. La cosa grave che è passata è che io avrei detto non ricordo sulla nave Gregoretti. Non esiste alcun decreto in quel caso perché è una nave militare e non può esserci nessun divieto di sbarco».

Toninelli: «Spero che Salvini verrà assolto»

«Addirittura sono uscite notizie in cui sembrava che io non avessi riconosciuto la mia firma su dei documenti. Ogni ministro rispondeva delle proprie azioni. Quando la Guardia Costiera chiede al Viminale il luogo in cui sbarcare, quella responsabilità la legge la assegna al ministro dell’Interno. Nel primo periodo del Conte 1 tutti eravamo d’accordo sull’idea di creare un dibattito a livello europeo rispetto a quello che accadeva in Italia. Ma il contesto dell’indirizzo politico va declinato sulla responsabilità dei singoli. Io penso e spero che Salvini verrà assolto nonostante si sia comportato in maniera fasulla nei miei confronti e mi abbia sempre attaccato. La sua tesi difensiva è stata scaricare tutta la responsabilità nei miei confronti».

Meloni: «Lui non ricorda. Noi (purtroppo) sì»

Sulla vicenda è intervenuta Giorgia Meloni con un post su Facebook. «Lui non ricorda. Noi (purtroppo) sì». E poi ancora: «Anche noi preferiremmo non ricordare di averti avuto come ministro».

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