Pressing di Zaia sul governo: zona rossa fino all’Epifania. Anche il Lazio verso il lockdown

16 Dic 2020 14:21 - di Eugenio Battisti

“Ristori certi in parallelo a chiusure”. Parola dia Luca Zaia. Si fa sempre più intenso il pressing dei governatori sul governo per istituire un’unica zona rossa in vista del Natale. Un fronte trasversale agli schieramennti. Anche Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise e Marche chiedono misure più restrittive. In accordo con i ministri Boccia e Speranza.

Pressing dei governatori su Conte: zona rossa per Natale

All’incontro governo Regioni, il governatore del Veneto, Luca Zaia, avrebbe proposto “misure restrittive da zona rossa fino all’epifania”. Diverse le regioni che si sarebbero dette favorevoli. Tra l’altro, tra gli intervenuti a sostegno di maggiori restrizioni, il Lazio, Friuli, Molise e Marche.

Zaia: se il governo dice no, decideremo da soli

“Nel periodo delle festività – avrebbe detto Zaia – servono restrizioni massime, e se non le fa il governo le facciamo noi”. La Germania è in lockdown –  ragiona il governatore veneto – e a gennaio è pronta a ripartire. E se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con plateau troppo alto.  Servono però  ristori certi in parallelo alle chiusure.

Boccia e Speranza d’accordo sulle zone rosse

La posizione del presidente del Veneto – sempre a quanto si apprende – sarebbe condivisa anche dai ministri Boccia e Speranza. Nel nuovo Dpcm, insomma, tutta l’Italia potrebbe essere classificata zona rossa o arancione dal 24 al 6 gennaio.

Il governo ci sta pensando. Lo conferma anche il premier: “Faremo qualche ritocchino”. Una prima stretta, potrebbe comunque riguardare anche l’aumento di controlli  già in questo fine settimana.

Conte sta per scrivere il nuovo Dpcm, ma non ha ancora deciso

La decisione sarà presa nelle prossime ore, ma l’obiettivo sarà probabilmente quello di rendere impossibili gli assembramenti che si sono verificati in tutta Italia nel fine settimana. “Contiamo quasi 900 morti nelle ultime 24 ore, non possiamo prenderla a cuor leggero. Se ne avessimo 1.550 perché magari non si prende alcun provvedimento, alla fine saremo costretti a fare il lockdown”. E’ il parere di Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.

Palazzo Chigi brancola nel buio

“Quello che assolutamente si vuole evitare, perché si hanno a cuore i singoli, le famiglie e l’economia di questo Paese, ha detto. “Se i sacrifici chiesti ora verranno ripagati dal fatto che non sarà necessario un lockdown più duro – prosegue – è importante farli”.  Ma il governo, come da copione, prosegue a zig zag. Stop and go che non aiutano gli italiani a seguire le regole e a vivere in serenità.

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