Pensioni, dall’Inps arriva la sberla: scatta la multa. Ecco che cosa devono fare i contribuenti

13 Dic 2020 12:14 - di Renato Fratello
Inps

Arriva il regalo di Natale dell’Inps. Guai in arrivo per i pensionati, disoccupati e cassintegrati: c’è un errore che fa scattare la multa. Come si legge su ItaliaOggi, sono 620mila le certificazioni uniche fiscali emesse dall’Inps. E poi corrette dopo la loro consegna ai pensionati e ai percettori di indennità pagate dall’Istituto. Di queste, 128mila sono state inviate con una lettera «per consentire il corretto adempimento di eventuali ulteriori obblighi dichiarativi». Saranno in tanti quelli costretti a ripresentare entro i primi 3 mesi del 2021 la propria certificazione unica, pur avendo usufruito di quella precompilata fornita dalla Agenzia delle Entrate. L’Inps in questi giorni sta inviando la nuova certificazione per il 2020 che annulla quella precedente e la sostituisce.

Ecco cosa devono fare i contribuenti

L’Istituto spiega che «le somme certificate non corrispondono a quelle effettivamente erogate o trattenute nel 2019». Che cosa devono fare i contribuenti? Dovranno inviare nuovamente la loro dichiarazione e ad avvalersi del ravvedimento, solo così non rischieranno di essere inadempienti ed attivare quindi la macchina degli accertamenti fiscali. E tutto questo perché i termini di presentazione sono oramai scaduti. «Ci scusiamo per l’eventuale disagio arrecato, ma ciò le permetterà di presentare la dichiarazione dei redditi sulla base di una Certificazione Unica corretta», comunica l’Inps al contribuente in una lettera di accompagnamento alla nuova certificazione, citata dal Giornale.

Inps e la rettifica

I disagi non sono “eventuali” ma certi. «Qualora intenda avvalersi della dichiarazione precompilata fornita dall’Agenzia delle Entrate, dovrà, ove necessario, modificarne il contenuto sulla base della Certificazione Unica rettificata», spiega l’Istituto nazionale di previdenza sociale.

Questo terremoto ha, come prevedibile osserva il Giornale, scatenato il caos anche nei Caf e negli studi dei commercialisti. Ma di che tipo di errore si tratti non viene specificato. L’Inps si è infatti limitato a spiegare che la «rettifica si è resa necessaria per integrare, sostituire o correggere i dati della precedente Certificazione Unica. Nella quale le somme certificate non corrispondevano a quelle effettivamente erogate o trattenute dall’Inps nel 2019». Solo da un confronto tra la certificazione inviata e quella corretta sarà possibile individuare le imprecisioni che potrebbero costare care ai contribuenti. Così con le letterine continuano a rovinare il Natale a migliaia di persone.

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