Pensioni, arrivano le letterine dell’Inps con le cifre da restituire. È rabbia, ecco a quanto ammontano

18 Nov 2020 11:41 - di Aldo Garcon
Inps

Un’altra batosta per i pensionati. Come racconta il Giornale in un servizio in esclusiva, tanti pensionati stanno ricevendo dall’Inps una letterina che scatena il panico.  Nella missiva l’Istituto di previdenza chiede la restituzione di somme versate erroneamente. E questo avviene in piena pandemia, mentre tantissimi pensionati devono fare i conti con la crisi e la perdita di lavoro dei figli. Non solo, ma anche con i tagli disposti dal governo. Ecco che cosa accade.  Il Giornale ricorda che se un pensionato per errore dell’Inps riceve per molto tempo, a volte anche anni, qualche euro in più sulla pensione spesso non si chiede certo il motivo dell’aumento inaspettato. Poi, però, inaspettatamente un giorno riceve la lettera dell’Inps.

Inps, il parere dell’avvocato

Che fare? Nella lettera l’Inps chiede la restituzione di tutte le somme corrisposte e non dovute con un piano di rientro da concordare entro trenta giorni.  Le somme da restituire? Si va dalle 1.100 euro fino a 29mila euro.  Il Giornale ha intervistato l’avvocato Celeste Collovati dello studio Dirittissimo. Il legale sta seguendo parecchi ricorsi di diversi pensionati contro l’Inps. «Queste sviste possono essere di diversa natura: gli errori materiali che riguardano un importo versato dall’Inps superiore a quanto dovuto nel rateo della pensione, errore nell’erogazione della pensione di reversibilità del marito defunto, errori nell’erogazione di una prestazione assistenziale quale l’invalidità».

La richiesta dell’Inps

E poi ancora. «Sembra strano pensare che l’Inps commetta tali errori considerato che è l’Ente previdenziale stesso che eroga tali prestazioni sulla base di un’analisi preventiva di tutti i requisiti in possesso. Eppure accade spesso anche in questo periodo che, accortasi dell’errore, anche a distanza di anni, l’Inps invii una richiesta di restituzione di un determinato importo creando il panico al povero mal capitato cittadino».

L’Inps “non può recuperare le somme già corrisposte”

L’Inps può davvero chiedere queste cifre indietro? «La procedura per il recupero è regolata dall’articolo 52 Legge 88/1989 e dall’articolo 13 Legge 412/1991: non si fa luogo a recupero delle somme corrisposte, salvo che l’indebita percezione sia dovuta a dolo dell’interessato. Parole chiare che danno un quadro diverso della vicenda. E così anche la Cassazione è intervenuta nel merito con un verdetto del 2017. L’ente erogatore, l’Inps, può rettificare in ogni momento le pensioni per via di errori di qualsiasi natura, ma non può recuperare le somme già corrisposte, a meno che l’indebita prestazione sia dipesa dal dolo dell’interessato». Ma non tutti lo sanno.

I casi e i ricorsi

Il Giornale ha anche sentito l’avvocato Milani (tuttopensioni@gmail.com), anche lui impegnato in diversi ricorsi. Molti i casi che sta analizzando. «Un signore si è visto arrivare una richiesta di restituzione importi per la somma di euro 29.231,00 per un ricalcolo della pensione non meglio specificato. Un’altra cittadina, un’ insegnate, ex dipendente pubblica ha ricevuto la raccomandata contenente la richiesta di restituzione per l’importo di euro 8.057,00 per un errore in fase di riliquidazione della pensione di aggiornamento stipendiale». Il Giornale spiega come muoversi in questi casi. Se il pensionato ha sempre adempiuto agli oneri comunicativi nei confronti dell’ente previdenziale non ci dovrebbero essere problemi. La richiesta si considera illegittima e pertanto impugnabile attraverso un ricorso amministrativo: così scatta l’annullamento.

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