Morte di Maradona, l’avvocato storico: la droga non c’entra. Diego in balia di medici e consiglieri sospetti
Morte di Maradona, «i medici e non la droga» c’entrano per il suo legale storico, Angelo Pisani. A riguardo l’avvocato italiano non ha dubbi: «La droga non c’entra nulla con la sua morte». «C’è stato un problema di assistenza medica negligente per cui i medici dovranno rispondere della loro responsabilità professionale». Così come, sempre sulle ombre calate sull’ultimo periodo sulla vita, a detta dell’avvocato i consiglieri al suo seguito, avrebbero gestito in maniera discutibile i legami del campione con familiari ed entourage. Acuendo i conflitti con la moglie Claudia Villafañe e allontanandolo dalle figlie Giannina e Dalma, nate dal primo matrimonio. Isolandolo dagli ex compagni di squadra napoletani. Tanto che, sul testamento Pisani anticipa: «Penso, comunque, che nei prossimi giorni usciranno tanti altri documenti. Forse un altro testamento. O altri eredi. Magari non figli, ma consiglieri»…
Morte di Maradona, tra medici negligenti e consiglieri fraudolenti
Ma andiamo con ordine, Anche se non è facile scremare fatti e deduzioni, da vicende, comportamenti e dichiarazioni confuse. In questi giorni di dolore e di polemiche, infatti, la situazione scatenata dall’addio al Pibe de Oro sembra davvero il frutto di vecchi risentimenti. Di mentori spregiudicati. Di accuse, torti e riappacificazioni che, complici le alterne vicende di salute del calciatore, e della confusione generata dal suo precario stato di salute, hanno provocato e acuito l’implosione del mondo di affetti e interessi legati a Maradona e al suo patrimonio milionario. Così, ospite di Storie Italiane su Raiuno, questa mattina l’avvocato Pisani ha cercato di mettere mano all’intricato groviglio, provando a dipanare il bandolo della matassa. Dichiarando, intanto, che: «Dal 2016 al 2020 sono successe tante cose. Tra Diego e la signora Claudia è sorto un contenzioso giudiziario. In quel periodo si facevano dispetti a vicenda».
Morte di Maradona, sospetti sul suo entourage degli ultimi anni…
«Negli anni successivi, però – ha proseguito il legale in tv – le cose tra loro sono cambiate. C’è stato un riavvicinamento da parte delle figlie, che hanno instaurato con Diego un buon rapporto. Non dovrebbero essere state escluse dal testamento. Ricordo inoltre che c’erano dei consiglieri che spingevano Maradona alla controversia con Claudia. Era una questione di interessi attorno al patrimonio, che ha portato Maradona a fare una dichiarazione. Penso, comunque, che nei prossimi giorni usciranno tanti altri documenti, forse un altro testamento o altri eredi. Magari non figli, ma consiglieri»…
«La droga non c’entra nulla con la sua morte»
«Ma la droga non c’entra nulla con la sua morte – afferma con sicurezza Pisani –. La situazione è molto più chiara di quella che può sembrare. C’è stato un problema di assistenza medica negligente per cui i medici dovranno rispondere della loro responsabilità professionale. Quando si fanno le dimissioni, se il paziente è in grado di intendere e di volere, deve firmare per essere dimesso. Ma – aggiunge l’avvocato italiano – non si dimette un paziente in quelle condizioni. Chi lo dimette si assume la responsabilità del suo stato di salute e della sua degenza. Chi firma si assume la responsabilità. È giusto che ora si indaghi su quello che è successo. La posizione del medico era già molto dubbia. C’è responsabilità anche sull’assistenza: chi viola un principio o regolamento sull’assistenza deve risponderne davanti alla legge», ha proseguito Pisani.
«Nessun calciatore del Napoli è più riuscito a parlargli»
«Non so chi abbia firmato il contratto d’affitto della casa in cui si trovava Maradona. In Italia un avvocato che si intesta i diritti del cliente o che subentra nel suo patrimonio verrebbe radiato subito dall’albo. È assolutamente illegittimo. L’avvocato Morla è il legale che nel 2017 ha guidato la crociata di Maradona contro Claudia. Il mio unico rimorso è che nel 2014-2015 ho dovuto lasciare Diego, altrimenti mi sarei dovuto traferire a Dubai e non potevo permettermelo. Nel 2017 sono subentrati a me, a Dubai, l’avvocato Matias Morla e alcuni consiglieri che hanno gestito Diego a modo loro allontanandolo dalla famiglia e dagli amici. Nessun giocatore del Napoli da quel momento ha più potuto chiamarlo. A me tutte le volte in cui ho provato a chiamarlo è stato detto che non c’era. Nessun calciatore è mai più riuscito a parlare con lui: quando provavano, il telefono squillava a vuoto o dicevano che non c’era. Sicuramente Diego è stato isolato da tutti, questo è fuori dubbio», ha spiegato il legale.
«Il mio unico rimorso è che nel 2014-15 ho dovuto lasciare Diego»
«Io sono ancora l’avvocato di Maradona e, probabilmente, sono l’unico al mondo ad avere per procura notarile la sua rappresentanza. Ma non mi sono mai intestato nulla di suo. Rimango il suo avvocato in quanto assistente legale, ma mi sono dissociato da qualsiasi gestione perché era impossibile continuare, non vivendo in Argentina o a Dubai. Che l’avvocato Morla si fosse intestato il marchio è emerso negli ultimi giorni, non si era mai fatta pubblicità su questo», ha concluso Pisani. Molti puntini sulle i lo storico legale di Maradona li ha potuti mettere. Ma per diradare dubbi e confusione occorrerà ancora tempo.