Lilly Gruber e l’Ingegnere: quando la democrazia è un optional e il popolo non conta niente (video)

15 Dic 2020 17:37 - di Marzio Dalla Casta

Meno male che ci sono loro, i democratici (e chi se non?), a vegliare sulle sorti della democrazia. E a mettere in guardia il popolo da se stesso, nel caso si ostinasse ad uscire dal recinto in cui è libero di fare tutto quel che vogliono coloro che ve lo hanno confinato. Insomma, meno male che Lilly Gruber c’è. E con lei Carlo De Benedetti, alias l’Ingegnere, finanziere per diletto ed editore per vocazione. In coppia sono un vero fenomeno. Anzi una miscela esplosiva che non fa il botto solo perché a loro è consentito tutto. Compreso l’allestimento di un siparietto che, quanto a disprezzo delle regole basiche della democrazia, avrebbe fatto impallidire persino Nicolae Ceacescu e sua moglie Yelena.

Lilly Gruber ossessionata dalle «destre»

In materia Lilly Gruber è un vero caso-limite. Il culto di Giuseppi Conte l’ha convinta a trasformare il suo Otto e 1/2 in una succursale del Fatto Quotidiano e se stessa nella spalla di Marco Travaglio. Li accomuna l’ostentato odio per Matteo Salvini e il malcelato disprezzo per «le destre». La differenza è che mentre lui tiene ancora a passare per giornalista attento a separare i fatti dalle opinioni, lei no. È schierata, e si vede. Peggio ancora quando da spalla deve improvvisarsi conduttrice. Allora sono guai. Chi ha avuto abbastanza stomaco da non cambiare canale ieri sera se ne sarà accorto. La Gruber parlava di sondaggi e, come sempre le capita in questi casi, la lingua è corsa istintivamente alle “destre”. «Saranno loro, se vincono – ha chiesto allarmata all’Ingegnere – a gestire i miliardi del Recovery Fund?».

De Benedetti: «Se vincessero, la Ue chiuderebbe i rubinetti»

Una domanda con risposta incorporata. Del tipo, “sì e sarà un disastro“. Invece quella approntata da De Benedetti arriva più gradita di un regalo di Natale: «Non penso accadrà. L’Europa non lo permetterà mai». Capito? Ma non perché la Merkel e la Von Der Leyen verrebbero a controllarci nella cabina elettorale. Molto più semplicemente, «chiuderanno i rubinetti». In pratica, ci prenderebbero per fame, seppur democraticamente. La Gruber tira un sospiro di sollievo, ma insiste: «E se dovesse accadere?». «Durerebbe l’espace du matin», replica l’Ingegnere. «Lo spazio di un mattino», traduce lei finalmente rassicurata. Proprio quanto in un Paese serio resisterebbe la fama di Lilly Gruber giornalista senza padroni.

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