La Bellanova a gamba tesa su Conte: «Non si affidano 209 miliardi a un gruppo di amici»

8 Dic 2020 13:53 - di Aldo Garcon
Bellanova

«Non si può pensare di affidare 209 miliardi ad un gruppo di amici». Teresa Bellanova, ministro delle Politiche agricole, illustra i “no” di Italia Viva all’approccio per la gestione del Recovery Plan nel Consiglio dei ministri. «A chi dice che in questo momento il tema è la contrattazione di un mio eventuale ingresso nella cabina di regia o di visibilità di Italia Viva, rispondo che sono dichiarazioni di miserabili».

«Non si possono privatizzare le istituzioni»

Non si possono privatizzare le istituzioni, non si può dire che i ministri sono i migliori del mondo e poi sostituire le funzioni politiche. Ho detto che avevo bisogno di un documento da valutare con la mia formazione politica, il documento» relativo al Recovery Plan «è arrivato ieri notte alle 2. Non si può pensare di affidare 209 miliardi ad un gruppo di amici, dell’uso di quelle risorse deve rispondere la politica insieme alla pubblica amministrazione», dice a L’aria che tira.

Bellanova: «Rispettare il Parlamento»

“Bisogna evitare di fare i fenomeni della compagnia, bisogna tenere unità la maggioranza creando il collante nella coalizione e rispettando il Parlamento”, dice inviando un messaggio al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Non si può invitare la maggioranza e la coalizione a collaborare e poi infilare le dita negli occhi. Se si commissariano i ministeri e le regioni, non si lavora per creare stabilità. Non si possono privatizzare le funzioni delle istituzioni e della Pubblica Amministrazione”, ribadisce.

«Non conosco i progetti elaborati dagli altri»

«Vorrei parlare e confrontarmi su cosa c’è dentro il recovery fund. Conosco i progetti elaborati dalla mia parte politica, non conosco i progetti elaborati dagli altri. Vorrei discutere di questo. Non sono abituata a dire “hanno deciso ma io non c’ero”, voglio essere messa in condizione di dire “abbiamo deciso”. Le persone sono stanche di tutti quelli che si deresponsabilizzano dicendo che è colpa di qualcun altro. Io voglio rispondere», prosegue.

«Il mio ingresso nella cabina di regia? Non è questa la soluzione. Ci deve essere un approccio equilibrato e meno misogino, bisogna discutere della presenza delle donne che è deficitaria. E’ questo il tema che ho consegnato al presidente del Consiglio».

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