Infermiera presa a calci e pugni, tentano persino di cavarle un occhio: orrore all’ospedale Cardarelli

5 Dic 2020 12:39 - di Fortunata Cerri
infermiera

Un’infermiera di 55 anni è stata ferocemente aggredita nella notte nel pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Secondo le testimonianze raccolte, la donna è stata picchiata da quattro persone, familiari di una ragazza ricoverata. L’hanno presa a calci e pugni e hanno tentato di cavarle un occhio. La donna è stata salvata dall’intervento dei colleghi. Motivo dell’aggressione, la preoccupazione per le condizioni di salute della loro figlia 20enne. La ragazza lamentava dolori al petto. L’infermiera ha riportato traumi alla testa, al torace, agli occhi e contusioni in tutto il corpo. È stata medicata e giudicata guaribile in dieci giorni.

Infermiera aggredita, la vicenda

Sul posto sono intervenuti i carabinieri. L’infermiera ha riferito che i due coniugi si erano già recati in ospedale il giorno prima. Anche in quel caso era nata una discussione, non sfociata in aggressioni fisiche. I due aggressori saranno denunciati dai carabinieri per percosse e lesioni. Mentre sono in corso indagini per identificare altre due persone che accompagnavano i coniugi. La donna stava rivalutando le condizioni di una giovane paziente nell’area non Covid, dove hanno fatto irruzione i familiari della ricoverata. I parenti dell’ammalata hanno circondato l’infermiera, colpendola in tutto il corpo, per poi fuggire.

La solidarietà

«Quanto avvenuto stanotte è di una gravità inaudita. Un episodio inqualificabile che non può e non deve restare impunito». Lo dichiara in una nota la Direzione dell’Azienda ospedaliera Antonio Cardarelli di Napoli. «Alla nostra infermiera e alla sua famiglia va la solidarietà dell’intera Azienda ospedaliera. Siamo pronti a costituirci parte civile e decisi a fare quanto in nostro potere per far sì che gli autori di questa violenza siano individuati e perseguiti. La sicurezza dei nostri operatori è da sempre una priorità assoluta, un obiettivo che perseguiamo tramite il servizio di vigilanza provata, ma anche di concerto con le forze dell’ordine».

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