Il Presepe di Piazza San Pietro non è neanche politicamente corretto, è solo bruttissimo (video)

12 Dic 2020 12:58 - di Vittoria Belmonte

Il presepe in piazza San Pietro, la cui inaugurazione si è svolta venerdì pomeriggio, praticamente non piace a nessuno.  L’opera è un dono della città di Castelli (Teramo) centro famoso da secoli per le sue ceramiche. Il presepe è stato realizzato tra il 1965 e il 1975 dai docenti e alunni dell’Istituto d’arte “F.A. Grue”. Nella sua interezza è composto da 54 grandi statue, tra cui figurano anche un islamico, un rabbino ebreo, un astronauta e persino un boia (in riferimento alla pena di morte) ma solo alcune figure sono esposte a San Pietro.

Il presepe di Piazza San Pietro delude tutti

Un’opera moderna che non piace né ai fedeli né ai visitatori che nel periodo delle festività si recano in piazza San Pietro. E che delude anche la rete, non certo prodiga di complimenti.

Il presepe non è solo definito brutto, ma addirittura “diabolico”. E ovviamente ha finito con identificarsi con il trasgressivo pontificato di papa Bergoglio. 

I commenti in rete: triste, fa piangere, è una perversione

Sulla pagina di Vatican news si leggono solo commenti negativi. “Fa piangere… Però è in linea col ridicolo che sta serpeggiando un po’ ovunque… Tristezza infinita”. “Orribile..Perché produci ceramica, non significa creare bruttezza moderna… Il senso del bello, del gusto, l’armonia delle forme?!?! Un presepe deve far sognare, ti deve immergere nella contemplazione del Mistero! Qua vien voglia di volgere altrove lo sguardo”.

Il Presepe e la religiosità popolare

C’è chi vede in questo allestimento un segno di un 2020 nefasto. “Questo Presepe altro non è che una perversione, espressione del male. Peggio ancora alla luce del giorno. La chiesa e la cristianità non ha meritato una cosa del genere in questo anno 2020. I responsabili di questo scempio devono solo vergognarsi”. 

L’arte sacra, infatti, dev’essere anche capace di parlare alla religiosità popolare. Il Presepe è un microcosmo, nel quale ogni personaggio ha un suo ruolo. Infrangere questa tradizione è pericoloso: si cede a un simbolismo astratto e razionale, si immette nel presepe trasgressivo un pizzico di ambizione individualista che stride fortemente con l’aspetto contemplativo del presepe. Che, come volle San Francesco d’Assisi, ci rende tutti uguali, e umili nella contemplazione del Verbo incarnato. Uomini e donne cui viene annunciato il Salvatore. Sarebbe stato apprezzabile un presepe in linea con la tradizione dopo che, lo scorso Natale, si era assistito ad una incredibile sequela di atti vandalici contro le scene della Natività allestite in tutto il Paese.

 

 

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