Il governo annuncia che il vaccino lo porterà la Befana. Ma i ritardi fanno temere l’ennesima bufala
Il vaccino? Arriverà il 6 gennaio, con la Befana, annunciano i ministri Speranza e Boccia, ma sono in tanti a temere un pesce “di gennaio”, più che di aprile, alla luce della tante promesse non mantenute in questi mesi. Anche perché, secondo notizie di stampa, l’Italia sarebbe già adesso la fanalina di coda dell’Europa, sia sul fronte delle siringhe che dello stesso vaccino anti-Covid. Il messaggio, però, è ambiguo…
Speranza e Boccia annunciano il vaccino per il 6 gennaio
Il 6 gennaio, dice Speranza. Poi però frena. “L’epidemia drammatica è ancora in corso e la battaglia non è vinta. Come è noto io sono tra quelli che predicano ogni giorno il rigore e la serietà, perché la partita è difficile e abbiamo mesi non facili davanti. Il vaccino sta arrivando e questo ci fa vedere la luce, ma non arriva domani mattina e non arriva immediatamente per tutti. Quindi ci sarà bisogno ancora di un tempo difficile di resistenza”.
“Assolutamente sì, possiamo parlare di gennaio con certezza per la distribuzione dei vaccini”, annuncia categorico il ministro Boccia. “E probabilmente anche di tempi più rapidi di quelli che erano stati inizialmente previsti”. “Oggi pomeriggio io e Speranza con Arcuri abbiamo convocato una riunione operativa con le tutte le Regioni, perché serve definire in tempi rapidissimi” la distribuzione dei vaccini, il ”numero dei primi soggetti da vaccinare che sono gli operatori sanitari, gli esponenti delle Forze dell’ordine e delle Forze Armate, gli over 80. Ogni Regione ha un compito che sta svolgendo. Servono temi rapidissimi, noi intendiamo accelerare e sono sicuro che la collaborazione tra Stato e Regioni consentirà al commissario Arcuri di distribuire in tempi rapidissimi i vaccini programmati”.
Zaia ottimista sui tempi
“Oggi pomeriggio alle 15 avremo una riunione con i ministri e sembra che dall’Epifania si possa avere il vaccino”, conferma il presidente del Veneto Luca Zaia oggi nel corso del punto stampa alla sede della Protezione civile di Marghera. “A costo di fare H24 vacciniamo subito tutti gli ospiti delle Rsa e gli operatori sanitari, e tutto il personale sanitario della regione, proteggendo così il candidato ideale del virus – ha spiegato Zaia – noi ci siamo già organizzati per patire da subito e se necessario lo faremo 24 ore su 24”.
I ritardi dell’Italia sulle forniture
I giornali ben informati, però, frenano. “Per il vaccino anti-Covid di Sanofi ci sarà da aspettare più del previsto. Le 20 milioni di dosi che sarebbero dovute arrivare in Italia a giugno slittano. L’azienda francese aveva promesso di consegnare, in totale, 40 milioni di dosi all’Italia entro il 2021. Ma un ritardo di 3-6 mesi fa slittare la consegna in tutto il mondo“. E’ la denuncia del quotidiano on line Fanpage.it, che disegna un quadro desolante sul fronte dei vaccini, a dispetto dell’ottimismo del governo. “Anche in Italia se ne parlerà a fine dell’anno prossimo. Il che vuol dire che il completamento del piano vaccinale italiano slitta inevitabilmente. Anche perché l’Italia, come tutta l’Ue, puntava molto sul vaccino di Sanofi, tanto da aspettarne più dosi di tanti altri candidati vaccini, alla pari solo con AstraZeneca… Se tutto dovesse filare liscio, diceva il ministro della Salute Roberto Speranza qualche giorno fa, si potrebbe completare la consegna entro il quarto trimestre del 2021. Ma il caso di Sanofi dimostra che questa previsione difficilmente potrà essere rispettata, considerando inevitabili ritardi. Intanto, per il primo trimestre, salvo imprevisti, sono attese 8,7 milioni di dosi di Pfizer e 1,3 di Moderna….”. Ma sulla scadenza del 6 gennaio non c’è alcuna certezza, come conferma lo stesso consulente di Speranza…
Il pessimismo di Ricciardi
“Per fortuna, potremo scegliere tra sei vaccini differenti. La battuta di arresto di Sanofi ci farà mancare una parte delle dosi preventivate, ma penso che nel secondo trimestre del 2021 la vaccinazione sarà a buon punto. Un’autorità affidabile e seria come Fda, negli Stati Uniti, apre al via libera a Pfizer e questo sarà uno stimolo per tutti, anche per Ema, in Europa, perché si faccia presto. Penso che Ema possa anticipare la data del 29 dicembre fissata originariamente per decidere, ma comunque entro questo mese è attesa l’autorizzazione”. Così il professor Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, in un’intervista a ‘Il Messaggero’.
“Ciò che mi preoccupa ora è l’effetto delle feste di Natale, ci sono ancora troppi casi positivi. I primi mesi del nuovo anno rischiano di essere molto difficili, drammatici. E sono dell’idea che per categorie a contatto con il pubblico, a partire dagli operatori sanitari, il vaccino debba essere obbligatorio – sottolinea – Nel primo trimestre 2021 non avremo sufficienti dosi per tutti, lo sapevamo. Sarà una produzione che gradualmente andrà a incrementarsi. Per questo le prime forniture, a inizio anno, saranno destinate alle persone fragili dal punto di vista della salute e importanti dal punto di vista del rischio, come gli operatori sanitari. Per garantire una vaccinazione completa servirà tutto il 2021, questo mi sembra chiaro. Degli altri vaccini opzionati, gli ultimi dati sulla sperimentazione di Johnson&Johnson sono buoni, tra l’altro prevede una sola dose e dunque è più semplice, ma sapevamo che non sarebbe arrivato a inizio 2021″.