Foibe, Meloni: “Anpi vergognosa. Ancora nega la drammatica fine e lo stupro di Norma Cossetto”

29 Dic 2020 17:29 - di Eugenio Battisti

È vergognoso che, ancora oggi, ci sia chi non voglia riconoscere la veridicità dell’eccidio delle Foibe“. Così Giorgia Meloni sulla sua pagina Facebook denuncia l’ultima follia ideologica dell’Anpi sul tema del genocidio degli italiani sul confine orientale. Sempre all’insegna del revisionismo sul tabù del genocidio titino e dell’esodo giuliano-dalmata.

Meloni: Anpi vergognosa, si nega la storia di Norma Cossetto

“Come nel caso di Norma Cossetto”, aggiunge la leader di Fratelli d’Italia. L’associazione nazionale partigiani d’Italia, infatti, definisce priva di fondamento la storia della studentessa istriana. Rapita, violentata e massacrata dai partigiani titini. E divenuta simbolo del genocidio italiano sul confine orientale. “Un insulto alla memoria di migliaia di nostri connazionali innocenti trucidati nelle Foibe”, conclude la Meloni. “Un insulto vergognoso nei confronti di una giovane la cui unica colpa fu quella di non aver mai rinnegato la propria italianità“.

I partigiani di Civitavecchia e Santa Marinella all’attacco

I fatti risalgono a qualche giorno fa, in occasione dell’approvazione di una mozione in consiglio comunale di Santa Marinella (provincia di Civitavecchia) per intitolare una strada a Norma Cossetto.

I partigiani: non ci sono prove dello stupro

Ebbene le sezioni Anpi di Civitavecchia e Santa Marinella hanno mal digerito l’iniziativa arrivando a giustificare la fine tragica della studentessa istriana. “Norma Cossetto studentessa universitaria era esponente del Guf (Gioventù Universitaria Fascista) in Istria”, ricordano.

“Ed era figlia di Giuseppe Cossetto, segretario del fascio del Comune di Santa Domenica di Visinada. Già podestà di quel Comune ed ex Commissario governativo delle Casse Rurali della Provincia d’Istria. Detto questo, non ci sono testimonianze di alcun genere su come fu assassinata. E da chi. Né se fu violentata e il suo corpo straziato. Solo la propaganda nazista prima e quella fascista dopo hanno fatto di questa povera ragazza un emblema. Una bandiera da sventolare per opporre un loro martire alle svariate centinaia vittime civili della violenza nazifascista“.

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