Covid, i virologi italiani rassicurano sulla variante inglese: «I vaccini saranno efficaci lo stesso»

21 Dic 2020 11:41 - di Robert Perdicchi

Cautela sì, allarme no, dicono i virologi italiani. “Finora non si è verificata nessuna alterazione preoccupante della virulenza, ma bisogna mantenere alta l’attenzione. Nel Laboratorio di virologia dello Spallanzani è in corso la caratterizzazione della positività dei viaggiatori provenienti dall’Inghilterra”. Lo sottolinea la direzione sanitaria dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, in merito alla variante inglese del coronavirus Sars-CoV-2. Intanto si lavora allo studio del ceppo inglese riscontrato nella coppia di italiana rientrata dalla Gb.

La variante inglese del Covid e gli anziani

La variante inglese del coronavirus Sars-CoV-2 “ovviamente ci fa stare più attenti, perché anche se non ha una maggiore letalità”, essendo più contagiosa e quindi “aumentando il numero degli infetti, si aumentano anche le persone fragili che potrebbero esserne colpite, con tutte le conseguenze che sappiamo”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. Parole rassicuranti, ma anche caute.

La microbiologa premette che “la variante Uk non è una novità assoluta, perché decine di mutazioni sono state intercettate” finora per l’agente responsabile della pandemia di Covid-19, “ma senza una sostanziale variazione del comportamento del virus”. Questo nuovo mutante però “si è visto essere strettamente correlato a una maggiore diffusione del virus, non perché sia più veloce – precisa la scienziata – ma perché si attacca con più avidità ai recettori Ace2 delle nostre cellule”. Ecco perché “serve attenzione”.

Gismondo: “I vaccini sono tanti, basteranno a tutelarci”

Per quanto riguarda i timori che la variante Gb possa resistere ai vaccini anti-Covid, “teoricamente le mutazioni, da quello che vediamo in altri virus a Rna, rappresentano il timore maggiore – ammette Gismondo – Tuttavia, poiché per i vaccini attualmente sviluppati” contro Covid “i target degli anticorpi stimolati sono molteplici, non dovrebbero esserci sostanziali problemi se uno di questi prodotti non dovesse funzionare. Ovviamente – conclude l’esperta – tutto è da provare con ricerca scientifica consolidata”.

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