Covid, i nuovi dati. Roma in bilico: più contagi nel Lazio che in Campania. Morti altri 4 medici

8 Dic 2020 18:01 - di Massimo Baiocchi
contagi

Sono 14.842 i nuovi contagi da coronavirus in Italia secondo i dati diffusi nel bollettino del ministero della Salute. Altri 632 i morti che portano il totale a 61.240 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia. Da ieri sono stati eseguiti 149.232 tamponi. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 3.345, con un calo di 37 unità.

I contagi nelle zone più a rischio

In Campania sono 1.080 i nuovi casi da coronavirus  secondo l’ultimo bollettino. Segnalati inoltre altri 35 morti. 2.575 invece i guariti. In Veneto, invece, sono 3.145 i contagi con altri 113 morti che portano il totale a 4.374 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia. In Lombardia sono 1.656 i nuovi casi e 128 morti mentre in Emilia Romagna sono 1.624 i contagi e altri 49 i morti. In Puglia 915 nuovi casi e 23 morti.

La situazione nel Lazio

E poi c’è il caso del Lazio. I nuovi casi sono 1501 (di cui 824 a Roma) e altri 33 i morti. Ma resta sempre un’incognita, perché è la regione di cui si parla poco nonostante tante situazioni critiche, soprattutto nelle scuole. «In questo momento sono ricoverati allo Spallanzani di Roma 239 pazienti positivi al tampone per la ricerca Sars-CoV-2. In terapia intensiva sono 42. I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali sono a questa mattina 1.445». È quanto emerge dal bollettino diffuso dall’ istituto. La situazione diventa difficile anche per gli assembramenti che continuano, nonostante i divieti. Nelle zone periferiche della Capitale i residenti lamentano la mancanza di controlli. Molti negozi sono chiusi per quarantena.

Morti altri quattro medici

Nuovi lutti per la Fnomceo. Sono 4 i medici la cui morte è stata comunicata oggi dai presidenti degli Ordini. Tre di loro erano medici di famiglia. Salgono così a 237 i nomi che saranno ricordati sul memoriale Fnomceo. «Siamo tornati ai tempi di marzo», commenta il presidente Filippo Anelli. «Dobbiamo capire il perché di quella che è una vera e propria strage, specie nell’ambito della Medicina generale. Solo comprendendo le cause di queste morti, che nella seconda ondata francamente non ci aspettavamo, potremo prevenire altri decessi e rendere onore ai colleghi scomparsi. Per questo abbiamo proposto, in accordo con il ministro della Salute, Roberto Speranza, un monitoraggio sul territorio».

 

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