Australia: morso da uno squalo, surfista prima nuota a riva e poi cammina per 300 metri

7 Dic 2020 17:12 - di Redazione
squalo

A fare notizia in Australia non è tanto uno squalo che attacca, quanto sopravvivere alla sua aggressione. Ancor di più se dopo esserne rimasto ferito si ha la forza di raggiungere la riva e da lì camminare un bel po’ prima di imbattersi nei primi soccorritori. Un finale da film. Ma è esattamente quel che che che è capitato ad un surfista di 29 anni, protagonista suo malgrado di quella che i medici hanno definito una «straordinaria storia di sopravvivenza». Tanto più, che i morsi dello squalo avevano inciso in profondità. Ciò nonostante, il giovane è riuscito a nuotare fino a riva per poi percorrere, sanguinante, 300 metri invocando aiuto.

I medici: «Straordinaria storia di sopravvivenza»

L’incredibile vicenda, racconta il Guardian online, è avvenuta ieri al largo di D’Estrees Bay, sulla costa meridionale dell’isola del Canguro. A descrivere le condizioni del surfista è l’infermiere Michael Rushb, che per primo lo ha soccorso. «Il giovane – ha raccontato – presentava un morso di squalo piuttosto profondo che gli ha provocato lacerazioni sulla schiena, sul fondoschiena e sulla gamba. È fortunato ad essere vivo dopo aver sofferto tanto». A raccontare l’accaduto ha provveduto poi lo stesso surfista con una nota scritta dal suo letto in ospedale in cui ha ringraziato i medici accorsi ad aiutarlo e lo staff dell’ospedale.

Lo squalo lo aveva ferito a gamba, gomito e schiena

«Ero seduto sulla tavola da surf quando ho avvertito un colpo sul lato sinistro. È stato come essere investito da un camion», ha raccontato. Lo squalo gli ha morso, nell’ordine, la schiena, il gluteo e il gomito. In più ha strappato anche un pezzo dalla tavola. «L’ho intravisto per un attimo prima che scomparisse», ha ricordato il surfista. Per quanto malconcio, il giovane ha tuttavia trovato la forza fisica e d’animo per nuotare in direzione della propria salvezza. L’ha trovata a 300 metri dalla riva in un parcheggio. «Con l’entità delle sue ferite – ha sottolineato Rushby -, ciò che ha fatto è stato davvero notevole».

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