«Speriamo che anche la casa di Zingaretti sia bella infetta»: il like leghista al post scatena la bufera

15 Nov 2020 10:13 - di Bianca Conte
Il post contro Zingaretti

«Speriamo che anche casa di Zingaretti sia bella infetta» recita un post su Facebook che non è passato inosservato ai più. Ma a dare ancor più nell’occhio, è stato un like messo dal consigliere delle Lega Daniele Giannini, in calce al commento indignato di un utente. Un’esternazione sicuramente impropria, che scatena la bufera. Ma che, stando agli umori e all’allarme degli abitanti della regione, esprime la rabbia e la preoccupazione di molti, moltissimi cittadini. Una paura e uno sconcerto che Regione e Comune sembrano ignorare volutamente. Relegando timori e richieste di sicurezza degli utenti in un silenzio prolungato. Ostentato e, ogni giorno che passa, sempre più assordante…

Bufera su un post contro Zingaretti e sul like del consigliere leghista

Dunque, a giudicare dal perdurante silenzio istituzionale del suo governatore, Nicola Zingaretti, il Lazio sta bene in zona gialla. La capitale, Roma, a parte le note restrizioni orarie, tace nel solito caos calmo che la paralizza. Eppure, ospedali al collasso, scuole focolaio, trasporto pubblico nel delirio, non mancano. L’allarme sociale è alle stelle. La paura viaggia parallelamente al virus che corre. E le persone, pur spaventate e allertate, continuano come se niente fosse ad apprendere dai media di un incremento costante dei contagi nell’intera area gialla, ma che è tutto ok. Che oltre la metà dei numeri indicati dai bollettini quotidiani sono ascrivibili alla sola capitale, ma che per Zingaretti e la Raggi, va tutto bene. A detta loro, insomma, sembra che basti chiudere mercati e centri commerciali in tutta l’area nel weekend, perché il virus sia circondato. Blindato. Arginato.

«Speriamo che anche casa di Zingaretti sia bella infetta»

Ma se per Zingaretti e la sua “ami-nemica” numero uno del Campidoglio, pur circondato da regioni rosse, il Lazio sembra vivere una sua condizione di apparente calma piatta, per i cittadini che popolano capitale e province le cose non starebbero proprio così. Ed è in questo clima incandescente che si colloca il post incriminato che tanto scalpore sta suscitando da 24 ore a questa parte. E allora: «Speriamo che anche casa di Zingaretti sia bella infetta», scrive qualcuno sui social. E il commento risentito, pubblicato a un post che citava i consigli del governatore del Lazio per combattere il virus, si guadagna su Facebook il like di un consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini.

Zingaretti continua a tacere

Il post citava dei consigli di Zingaretti sul fatto che «la casa va sanificata perché il virus si rifugia negli ambienti dove non c’è controllo». Come a dire, ancora una volta, che il Covid anziché viaggiare sugli autobus o correre da un’aula all’altra di una scuola, e via dicendo, si anniderebbe insidiosamente nelle case e tra le famiglie. Ce ne sarebbe da dire: ma Zingaretti, ancora una volta, tace. Con tutto il Pd che fa quadrato intorno al suo segretario. Il consigliere regionale del Carroccio, chiamato in causa e messo all’indice per un like, invece, replica alle accuse di sciacallaggio piombategli addosso.

La replica e le spiegazione di Giannini

E sempre via social, risponde: «Non vorremmo ripetere la triste esperienza degli Aperol Spritz di febbraio a Milano che hanno visto come protagonista il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. In piena pandemia, aveva “bollato” il virus come semplice influenza e dispensava aperitivi a destra e a manca lasciando gli ospedali della nostra Regione impreparati allo tsunami che si sarebbe verificato di lì a poco. Più o meno la stessa cosa di oggi», afferma Daniele Giannini. Che poi, non ancora pago, prosegue. «Nel Lazio – spiega – abbiamo toccato 63.000 positivi. Con un tasso del 10,3% della popolazione colpita tra tamponi effettuati e positivi. Non solo, gli ospedalizzati per Covid sono aumentati di 500 unità rispetto alla settimana scorsa (come sono aumentati i ricoveri in terapia intensiva), le strutture sanitarie sono tutte allo stremo nessuna esclusa, ma si resta misteriosamente in zona “Gialla”, complice l’indice Rt che si attesterebbe a 1.04».

I dati sul Covid smentiscono Zingaretti

«La smania del segretario del Pd Zingaretti di apparire il più bello e il più bravo di tutti, insomma, non trova riscontri nei dati reali e nella situazione effettiva degli ospedali del Lazio, soprattutto per via dell’inserimento del dato complessivo che non riguarderebbe solo i tamponi molecolari ma anche degli antigenici che sfalzerebbero i dati come confermato ieri dallo Spallanzani», aggiunge Giannini. «Abbiamo dovuto aprire gli alberghi ai malati (anche qui posti quasi in esaurimento) – conclude l’esponente leghista – perché Zingaretti, in otto anni, ha chiuso gli ospedali e mortificato l’intera Sanità. Non vorremmo ritrovarci tra un mese, per via della sua ennesima irresponsabilità – sposata in pieno dall’assessore D’Amato che fino a poche ora fa parlava di un virus che “nel Lazio rallenta” –, peggio di ogni altra Regione italiana».

 

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