Scuola, la furia dei presidi: «Ipocriti incoscienti». Nel Lazio e a Roma situazioni da film horror
Sulla scuola si stra consumando un «balletto dell’ipocrisia». A lanciare l’accusa, attraverso una lettere aperta diffusa dall’Adnkronos, il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, Mario Rusconi. «Stiamo assistendo a una significativa lezione di ineducazione civica! Da sottoporre all’attenzione dei nostri ragazzi. Sì, dovremmo cominciare a chiamarli così e non più studenti, dal momento che si inibiscono i luoghi dello studio. Si sta decidendo di chiudere le scuole, quasi tutte, impedendo il dialogo formativo nel luogo per eccellenza deputato allo studio. La scuola, appunto».
«Basta parlare dei banchi a rotelle nella scuola»
«La scuola fatta di aule, di banchi (e smettiamola di parlare solo … delle sedie con le rotelle!)». È fatta «di docenti, di bidelli, di incontri tra persone, di laboratori, di libri. Tutto sarebbe accettabile per contribuire a debellare l’epidemia. E i nostri ragazzi, anche i piccoli, lo capirebbero bene e l’accetterebbero anche con rassegnazione. Se però noi adulti, le istituzioni, i politici, i media contribuissero ad agire con coscienza…»..
Si preferiscono i mercatini delle pulci
A Roma e nel Lazio situazioni parradossali. Vere e proprie follie da film horror. Non solo perché le aule sono strette, le difficoltà crescono, le strutture non sono adeguate. In alcuni istituti di scuola media sono arrivati i banchi piccoli, quelli destinati alle elementari. Quindi non vengono utilizzati perché gli studenti non entrano. Le mascherine hanno uno strano odore. Ma le istituzioni locali pensano ad altro, come se la scuola non esistesse. «Facciamo alcune considerazioni. Nonostante chiusure, più o meno ampie, i mercatini delle pulci – legali o non – rimangono aperti con assembramenti da Capodanno a New York. Senza controlli validi, pieni di merci sparse dappertutto, per terra, su muretti e via dicendo. In una regione italiana, tra le più colpite dal virus, altra folla da Capodanno Newyorkese per salire su funivie e poter sciare. Alla faccia degli studenti (pardon ragazzi) relegati in casa».
Trasporti pubblici, siamo alle barzellette
«Per non parlare dei trasporti pubblici. In alcune zone del Lazio le lezioni delle scuole superiori cominciano alle 9 ma gli autobus del circondario hanno una sola corsa, alle 7:30! Allora, i ragazzi, arrivano alle 7:30, vanno nei bar circostanti e si assembrano e … la responsabilità è nei contagi che avvengono a scuola! In conclusione, le persone di scuola sono disposte a molti sacrifici, lo hanno dimostrato da marzo in poi. Ma chiedono, pretendono, che le istituzioni agiscano con razionalità e coscienza. E mandiamo un monito: Attenzione – avverte Rusconi – gli studenti (anzi i ragazzi) vi guardano e vi giudicano».