M5S, guerra aperta a Casaleggio. Pressing degli eletti su Crimi: «Basta soldi a Rousseau»
Aspettavano con ansia la goccia che facesse traboccare il vaso. Ora che è arrivata, per Davide Casaleggio la convivenza con il M5S è diventata pressoché impossibile. Tutta colpa della piattaforma Rousseau. A rendere ancor più avvelenato il clima intorno alla sua gestione, affidata appunto a Casaleggio Jr., hanno provveduto le novità da questi annunciate per la campagna di autofinanziamento. Com’è infatti noto, a foraggiare Rousseau sono i parlamentari grillini con un versamento pari a 300 euro mensili. Se l’ardore politico del passato è solo un ricordo, la puntualità nei pagamenti è una chimera. All’appello, infatti, mancherebbero ben 175mila euro.
Casaleggio modifica la piattaforma web
La qual cosa ha costretto Casaleggio Jr. ad introdurre tra le novità il tasto Mi fido, simile al Mi piace di Facebook. Nelle intenzioni del giovane manager, dovrebbe servire a ciascun attivista di garantire l’affidabilità altrui davanti alla comunità militante dei Cinquestelle. Ma la trovata ha finito solo per mandare su tutte le furie i parlamentari. «Ora Casaleggio pensa di essere Mark Zuckerberg…», ha maliziosamente insinuato più di qualcuno. Anche il reggente Vito Crimi si è dissociato dall’iniziativa definendola «non concordata».
L’accusa: «Vuole favorire Di Battista»
Nel frattempo, è già in corso il pressing sui vertici per chiudere il rubinetto dei fondi alla piattaforma web. «I 300 euro destinati a Rousseau vogliamo versarli su un conto corrente del M5S da oggi in poi», è l’intimazione partita da Patrizia Terzoni, Gabriele Lorenzoni e Yana Ehm. «Rousseau è un corpo ormai completamente estraneo», è l’attacco più ricorrente nelle chat. Ma il vero problema è politico. L’ala governista teme che il nuovo tasto di Rousseau finisca per favorire l’area che fa capo ad Alessandro Di Battista. Al momento, infatti, l’ex-deputato ha totalizzato più Mi fido di altri big del Movimento. Ben distanziati da lui, nella classifica virtuale, restano figure di spicco come Luigi Di Maio, Paola Taverna, Roberto Fico e lo stesso Crimi.