Folla per lo shopping nelle città guidate da Pd e M5S. E il governo scarica la colpa sulla gente
All’indomani della riapertura dei negozi e delle polemiche per gli assembramenti che si sono visti in città come Milano, Torino e Roma dal governo è tutta una rincorsa a scaricare la colpa delle folle per lo shopping sui cittadini. Ma c’è chi fa notare che non basta richiamare a un generico rispetto delle regole, senza la capacità effettiva delle istituzioni di farle poi rispettare. A partire dai Comuni.
Le folle per lo shopping? Il governo accusa i cittadini
“È inevitabile che quando si riaprono attività commerciali ci sia la voglia di tornare in giro, è naturale la reazione, ma quello che non può essere naturale è non rispettare le regole“, ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, mentre per il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, “è abbastanza sconcertante che le persone stentino così tanto a comprendere la gravità della situazione e il fatto che queste situazioni dipendono dai comportamenti di ognuno di noi”. “Male, molto male”, ha quindi aggiunto l’esponente del Pd.
Il monito di Galli: conciliare economia e controlli
Sul tema è intervenuto anche l’infettivologo Massimo Galli, per il quale “è evidente che, se non si mantengono le precauzioni non potremo che rivedere una situazione simile a quella che abbiamo già vissuto”. Ovvero che si arrivi a una terza onda. “È fatale che sia così”, ha detto Galli intervenendo ad Agorà su Rai 3. “Abbiamo ancora moltissimo virus che circola“, ha detto quindi l’esperto commentando le folle cittadine. “Mi rendo perfettamente conto – ha proseguito – delle esigenze dell’economia e del commercio, ma la salute della gente è un problema importante. E la ripresa economica del Paese si misura anche sulla capacità di contenere e limitare i danni costantemente causati dall’epidemia”.
Cirio: “Quello che è successo è inaccettabile”
Ma a ricordare che la responsabilità di quanto accaduto non può essere scaricata interamente sulle spalle dei cittadini ci ha pensato anche il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ricordando che se è vero che ciascuno deve fare la propria parte questo vale anche per le istituzioni, dai Comuni al governo, passando per le Regioni. “Quello che è successo ieri a Torino è inaccettabile”, ha detto Cirio, parlando delle folle per lo shopping e spiegando che “ho fatto un’ordinanza precisa per disciplinare i centri commerciali, per la rilevazione della febbre e lo scaglionamento degli ingressi. Quindi, dove ho potuto intervenire con ordinanze regionali l’ho fatto. Ma quello che ho visto ieri in alcune vie di Torino – ha proseguito – mi riporta con la mente all’estate e questo non possiamo permettercelo”.
Il caos di Roma, Milano e Torino
“Chiederò al prefetto di Torino interventi rigorosissimi. So che è già stato fatto tanto, che le forze dell’ordine si sono impegnate, ma evidentemente non basta“, ha concluso Cirio, precisando che “i piemontesi si stanno comportando con grande serietà. Ma laddove ci sono situazioni che scappano di mano bisogna intervenire subito in maniera radicale e netta”. Un tema sul quale non tutti sono stati così solerti.
Basti pensare a quello che è successo nella Roma grillina, con gli assembramenti in occasione dell’apertura del centro commerciale Maximo, autorizzata dall’amministrazione Raggi proprio nel giorno ad altissimo rischio del Black Friday, o nella stessa Torino o a Milano, dove i contributi dei sindaci Chiara Appendino del M5s e Giuseppe Sala del Pd è stato un invito alla responsabilità e alla sobrietà. Suonati grosso modo come l’ennesimo scaricabarile sulle spalle dei cittadini.