Commovente post di Spirlì a un mese dall’addio a Jole Santelli: «Siamo squarciati, non mi rassegno»
È commovente il post di Spirlì su Jole Santelli, pubblicato sui social a un mese dall’addio alla rimpianta governatrice morta il 15 ottobre scorso. Il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì condensa dolore e spaesamento per la scomparsa della ex presidente di Regione, deceduta a causa di un male contro cui lottava da molto tempo. E sempre con il sorriso, il coraggio e la determinazione che contraddistinguevano il suo temperamento, i suoi comportamenti. Un messaggio di profondo affetto e stima, quello di Spirlì, che valica i confini istituzionali radicandosi sul terreno dell’affetto e del rimpianto per la scomparsa di una donna. Un politica. Un’amica insostituibile…
Il post di Spirlì su Jole Santelli a un mese dalla scomparsa
«Un mese. Trenta lunghissimi e dolorosi giorni da quando sei partita. Non mi rassegno al saluto finale e non pronuncerò quella parola», scrive il presidente facente funzioni della Regione Calabria. Che poi prosegue: «Pur lasciandoti andare, mi siedo alla porta sperando di vederti tornare. Mi piacerebbe scriverti delle cose di questa terra, degli eventi, di questi accadimenti. Ma poi, penso che tu li conosca e che mi sei vicina per come ti sento». Parole di dolore e di affetto, quelle di Spirlì, scritte di getto e con il cuore in mano a un mese dalla morte di Jole Santelli che ricorre proprio oggi. Una data indimenticabile, arrivata esattamente 8 mesi dopo l’insediamento in Regione della governatrice scomparsa.
«Siamo squarciati. Come l’albero dal lampo»
«Sapevi, vero, come sarebbe andata, eh? – continua il post di Spirlì –. E hai anche disegnato questi giorni per me, sapendo che ti avrei legato ad un filo d’oro e ti avrei tenuta viva e presente. Viva nel mio cuore, e presente in tutto ciò che faccio. Sì, noi due, Jole. Come sempre. Ma stanotte è dura. Non dormo, perché non voglio. E ti veglio. Perché tu non lo faccia ancora e mai più. Andartene da sola, amica mia adorata, per non disturbare, è stato coraggioso. Ma…noi? Il tuo clan di famiglia? Gli amici? Chi ha potuto apprezzare tutte le tue virtù?». Poi Spirlì conclude dolorosamente: «Siamo squarciati. Come l’albero dal lampo. E, per questo, non dormo. Perché quel lampo, che ha tentato di separarci, non ottenga il suo orrido scopo. Non dormo, Jole. Non dormire e vegliamo insieme. Perché non accada più»...