Ai confini della realtà, Conte illustra un Dpcm ancora tutto da scrivere. Almeno sul coprifuoco

2 Nov 2020 16:18 - di Redazione
Conte

Passata la sbornia dell’Italia più attrezzata di tutti contro il Covid, Giuseppe Conte si presenta in Parlamento, con due giorni di anticipo rispetto alla tabella di marcia prestabilita. L’effetto è alquanto surreale. Il premier è infatti impossibilitato sia a stilare un bilancio degli ultimi Dpcm sia ad illustrare in dettaglio quel che il prossimo prevederà. Ne ha dato plastica prova sul coprifuoco. «Ci sarà», ha annunciato. Ma senza poter specificare altro perché la maggioranza è divisa se anticiparlo alle 21 o alle 22. Quel che è certo, è che la spocchia delle settimane scorse è solo un ricordo. Al suo posto c’è la «piena disponibilità» ad accogliere «i rilievi e le osservazioni». Quanto al Dpcm in gestazione, Conte ha anticipato che dividerà «tre aree, corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio».

Misure differenziate per regioni a rischio

Per ciascuno di essi sono previste «misure via via più restrittive». La procedura prevede che sia un’ordinanza del ministero della Salute ad inserire una determinata Regione all’interno di una delle tre aree. Una volta avvenuto, scatterà l’applicazione delle misure previste per quella specifica fascia. Avverà in automatico poiché dipenderà esclusivamente dal coefficiente di rischio raggiunto dalla Regione. Che a sua volta risulterà dall’esito della combinazione dei diversi parametri certificati dall’Iss, che verrà diffuso due volte a settimana, il martedì e il venerdì. Alcune misure, invece, riguarderanno l’intero territorio nazionale. Il Dpcm prevederà la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali e di musei e mostre. Novità anche sul trasporto pubblico locale, con la riduzione fino al 50 per cento del limite di capienza dei mezzi.

Conte fallisce l’abbordaggio dell’opposizione

Subiranno limitazioni gli spostamenti “da e verso” regioni con elevati coefficienti di rischio. Sono fatte salve comprovate esigenze lavorative e motivi di studio o salute. Capitolo scuola: quelle secondarie di secondo grado potranno passare «anche integralmente» alla didattica a distanza. Bontà sua, Conte si è detto «consapevole della frustrazione e anche della rabbia che si sta manifestando in queste giornate». Sul punto si è impegnato a non «arretrare di un millimetro» sui ristori promessi alle categorie più esposte alle conseguenze economiche del Covid. Ma, ha aggiunto, la «priorità» resta la «difesa della salute e della vita umana». Sul piano politico, è invece fallito l’abbordaggio delle opposizioni. Il centrodestra ha infatti risposto picche alla cabina di regia. Ma il premier non ha chiuso la porta  a «ripensamenti» che, almeno al momento, appaiono del tutto eventuali.

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