Vitalizi, Fico brinda in anticipo. Ma la Cedu potrebbe mandargli di traverso lo champagne
Quant’è ridicolo Roberto Fico nei panni del fighetto. Soprattutto se s’impanca a giudice di cose che neanche capisce. Com’è evidente nel caso della sentenza della Corte di giustizia dell’Ue che ha dichiarato «irricevibile» il ricorso di alcuni ex-eurodeputati italiani, i cui vitalizi sono finiti sotto la mannaia grillina. Fico il fighetto è accorso subito ad appiccicarci l’etichetta di «storica». E ti pareva. Hanno una considerazione talmente abnorme del proprio ruolo, questi scappati di casa, da definire storico persino un peto, purché sfuggito al loro deretano. Infatti, «storico» è diventato il giro in bus del Fico fresco di elezione al più alto scranno di Montecitorio. La novità è finita il giorno dopo, ma non importa. Così come storica è rimasta «l’abolizione della povertà» decretata da Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi. E poi il taglio dei vitalizi seguito da quello delle poltrone.
Fico ha definito «storica» la sentenza della Corte di legittimità
Chissà perché, altrettanta pompa, gli scappati di cui prima non abbiano sfoggiato sui loro cedimenti o sui loro voltafaccia. Eppure non avrebbero sbagliato a definire «storica» (per loro) la decisione della Raggi di candidarsi per la terza volta o la scelta della Appendino di non dimettersi dopo una condanna, seppur di primo grado. O, ancora, quando hanno dovuto chinare il capo e ingoiare Tap, Tav, Muos. Per amore della poltrona, ovviamente. In questi casi, invece, Fico, Di Maio e compagnia hanno fischiettato con le mani in tasca esibendo dosi di doppiezza morale insospettabili in una torma di manettari come loro. Così come è vero che i puri, i disinteressati, i dispensatori di indennità, non hanno esitato a litigare con il giovane Casaleggio per questioni di vile moneta. A conferma che il principio del primero el banco riscalda cuori e tasche anche alle latitudini grilline.
Il forzista Giro: «Presidente, ma chi la consiglia?»
Ma torniamo alla sentenza. Alla fine della fiera, ci pare che, più di Fico, abbia ragione l’azzurro Giro a non scorgere nulla di «storico» nella decisione della Corte di Lussemburgo. Per il semplice fatto che a decidere nel merito sarà la Cedu di Strasburgo. «Solo lì – ha spiegato Giro – si valuterà l’eventuale lesione dei diritti costituzionali dei ricorrenti». Insomma, Fico ha brindato in anticipo. E ora la seconda Corte di merito potrebbe mandargli di traverso lo champagne . «Presidente, ma chi la consiglia?», ha chiesto sconcertato il senatore. Già, chi? Piacerebbe saperlo anche a noi.