Trump striglia i suoi: «Più veloci sulla nomina della Barrett. Gli Usa vogliono risposte»

12 Ott 2020 18:52 - di Redazione
Barrett

Ha fretta Donald Trump. E ne mette tanta ai suoi stessi colleghi di partito, i repubblicani. Colpevoli, a suo giudizio, di perdersi in dichiarazioni quando sarebbe ora di fare altro. In realtà, i membri del Gop (Grand Old Party) stanno difendendo nella commissione Giustizia del Senato la nomina della giudice Amy Barrett alla Corte Suprema. Una nomina a dir poco contestata dai democratici, che non fanno mistero di volerla impedire ricordando a Trump di essere a fine mandato. Un argomento debolissimo, addirittura inesistente, alla luce della Costituzione e della prassi politica americana. A non scendere giù, infatti, è il profilo “politico” della giudice Barret, ritenuta ultra-conservatrice e anti-abortista.

La giudice Barrett audita al Senato

C’era proprio lei in audizione quando ai senatori repubblicani della Commissione è arrivato il tweet presidenziale. «Stanno dando troppo tempo ai democratici nel fare le loro dichiarazioni – vi si legge -, e non è obbligatorio. Personalmente io accelererei i tempi, approverei la nomina alla Corte Suprema e passerei a lavorare sugli stimoli per gli americani!!!». Una vera e propria sveglia che ha richiamato tutti gli uomini del presidente alle necessità imposte dalla campagna elettorale. I sondaggi ufficiali danno ancora Trump all’inseguimento dello sfidante dem Joe Biden. Nel frattempo, i due schieramenti litigano su tutto, persino sulle mascherine.

In commissione Giustizia la guerra delle mascherine

Diventate tutt’altro che secondarie dopo il ricovero di Trump per Covid. Il presidente ha sempre mostrato insofferenza nell’imporre limiti troppo stringenti agli americani. E questa è ora un’arma nelle mani dei suoi avversari, che lo accusano di irresponsabilità. Una clima penetrato fin dentro la commissione che ha ascoltato la Barrett. Ad innescarlo, stato l’intervento senza mascherina di Mike Lee, il senatore risultato positivo dieci giorni fa. Quando si è presentato in aula, i democrats hanno chiesto al presidente Lindsey Graham di rinviare la seduta. Ma inutilmente. Alle polemiche Lee ha replicato pubblicando su Twitter la lettera del medico curante che ne attestava l’avvenuta guarigione.

 

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