Pensioni, ora cercano di metterci una pezza. Ecco che cosa sta cambiando e che cos’è “quota 98”

2 Ott 2020 16:54 - di Giorgia Castelli
pensioni

Il tema delle pensioni è infuocato.  Il governo è al lavoro su cosa accadrà dopo l’archiviazione di Quota 100. Il rischio maggiore per i lavoratori ultra sessantenni è uno scalone di 5 anni. Varie le ipotesi in campo. Si parla adesso di diritto alla pensione con 62 anni di età e 36 di contributi. Tra le varie ipotesi sta prendendo corpo l’opzione Quota 98 che dovrebbe partire dal 2022. Ma Quota 98 non è per tutti. I lavori interessati sarebbero soprattutto quelli gravosi. L’assegno previdenziale mensile non dovrebbe subire penalizzazioni o, comunque, subire una decurtazione in misura ridotta.

Pensioni, come funziona Quota 98

Tra le modalità di pensione anticipata, come si legge sul Giornale, Quota 98 sarebbe la più accreditata. Interesserebbe soltanto poche categorie di lavoratori e di lavori: quelli usuranti. Questi potrebbero andare in pensione con 62 anni di età e 36 di contributi, una sorta di Quota 100 con lo sconto di due anni di contribuzione. Tra i lavoratori che potrebbero beneficiare di questa misura ci sono gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, i conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante. Gli insegnanti della scuola dell’infanzia o asilo nido. Gli operai siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti ai lavori ad alte temperature.

I destinatari di Quota 102

Per tutti gli altri lavoratori non inclusi nella Quota 98 potrebbe farsi strada l’ipotesi di Quota 102. Ovvero uscita dal mondo del lavoro a 64 anni con almeno 37-38 anni contributivi. Come spiega Affari Italiani, questa ipotesi rispetto ai 67 anni di vecchiaia (previsti dalla Legge Fornero), prevede una decurtazione nell’assegno previdenziali probabilmente del 2,8-3% per ogni anno di anticipo. Resta poi in piedi il tema di Quota 41 (ovvero l’uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica) che piace ai sindacati, ma non convince le casse dello Stato perché giudicata troppo onerosa.

 

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