CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

pensionato febbre

Pensionato tenta di saltare la fila gridando: “Ho la febbre”. Denunciato per procurato allarme

Cronaca - di Guido Liberati - 9 Ottobre 2020 - AGGIORNATO 10 Ottobre 2020 alle 12:00

Il genio italico per saltare la fila? Lo ha incarnato un anziano pensionato di Pescara. L’uomo è entrato all’ufficio postale e ha detto a voce alta di avere febbre e altri sintomi Covid, generando il panico tra i presenti, al punto che è stato necessario l’intervento prima dei carabinieri e poi del personale sanitario. Accertato che la temperatura corporea era regolare, ha ammesso di aver mentito con l’obiettivo di evitare la fila.

È accaduto in un ufficio postale di Pescara

Alla fine è stato denunciato. Protagonista dell’episodio, avvenuto stamani a Pescara, alle Poste di via Monti, è un uomo che dovrà ora rispondere di procurato allarme. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Norm della Compagnia di Pescara, che hanno riportato la calma tra i presenti e richiesto l’intervento degli operatori sanitari. Sottoposto a controllo ed accertato che non aveva la febbre, l’uomo non ha potuto fare altro che dire la verità.

Il pensionato con la finta febbre rischia grosso

Quando militari e sanitari sono arrivati hanno misurato la temperatura al 73enne. L’uomo, per sua fortuna, e di chi gli stava intorno, non aveva alcun sintomo del coronavirus. Il pensionato ha infine ammesso con i carabinieri che aveva detto di avere la febbre soltanto per evitare la lunga attesa: i militari lo hanno perciò denunciato per procurato allarme e rischia l’arresto fino a sei mesi o un’ammenda da 10 a 516 euro.

Il Covid e il procurato allarme

Non è il primo italiano a passare guai giudiziari con l’accusa di procurato allarme per il Covid. A maggio, in provincia di Caserta, un impiegato è stato licenziato per procurato allarme e insubordinazione nel pieno della pandemia. “Ho solo comunicato che mia moglie poteva essere un soggetto a rischio”, ha spiegato il 50enne. L’uomo, dopo la segnalazione, ha concordato con l’azienda una settimana di stop lavorativo. Il tutto per attendere i risultati dell’indagine epidemiologica che hanno visto coinvolta la moglie, infermiera in un carcere dove sono stati riscontrati tre casi di coronavirus.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Guido Liberati - 9 Ottobre 2020